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01La riserva naturale orientata Laghetti di Marinello è un'area protetta di 400 ettari, situata nella provincia di Messina.

I laghetti di Marinello sono formazioni temporanee di origine salmastra, formate dall’azione delle maree e dall’intervento umano; infatti, a seconda del passaggio del mare, il numero dei laghetti e la loro conformazione cambia continuamente, con il cambiare delle stagioni. Dal belvedere di Capo Tindari, è possibile scorgere i raggruppamenti di sabbia e ghiaia, e i colori, dal blu profondo al verde paludoso, che caratterizzano l’area lacustre a livello del mare. La riserva è stata istituita nel 1998, ma di queste formazioni si ha memoria fin dal 1877. Negli anni Trenta, col conseguente disboscamento del bacino del Timeto, grosse quantità di detriti hanno portato alla formazione di aree sabbiose di più recente fattura, che oggi vanno via via assottigliandosi.

Numerose dunque sono le specie endemiche, di flora e fauna, che caratterizzano questo luogo speciale, unico in Sicilia. A ridosso del costolone di roccia, e tra le lingue di sabbia bianca, si trovano le formazioni lacustri più antiche: il Mergolo, il Verde e il Marinello, che dà il nome all’area protetta.
Caratteristici di quest’area sono il fieno di mare, l’elicriso e il barboncino del Mediterraneo; ma non è difficile trovare anche il caprifoglio, il garofano delle rupi e il cavolo biancastro.
Tra le specie dell'ittiofauna, merita una menzione il ghiozzetto macrocefalo, un piccolo esemplare della famiglia dei pesci ossei, che vive a modeste profondità sui fondali fangosi del Verde. Presenti nella laguna sono inoltre l’anguilla, il cefalo bosega, il ghiozzo nero, e il pesce ago, a cui si aggiungono, a mano a mano che la salinità aumenta, il grongo, la spigola e la mormora.

Più ci si sposta dal mare, più i laghetti presentano acqua più dolce, e la fauna e la flora, caratterizzata dalla macchia mediterranea, diventano caratteristici del resto di Sicilia: qui, i cespugli di cappero si alternano a mirto, fichi d’India e canne, tipica vegetazione delle zone lacustri, habitat perfetto per le vongole d’acqua e per numerosi uccelli migratori. Sul colle antistante, si può giungere alla grotta della Maga, area naturale costellata dai residui calcarei di antichi molluschi, un residuo che, secondo la leggenda, sarebbe da collegare alla figura della Madonna Nera, particolarmente venerata a Tindari, la quale sarebbe responsabile della formazione dei laghetti. Nel 1982, durante una mareggiata, il sale tracciò il profilo di una donna con bambino sulle pareti della roccia: la Madonna Nera di Tindari, che oggi vede qui disposto il suo Santuario.

Autore | Enrica Bartalotta