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Se, come sembra, è tutto vero, si rasenta la follia: un resort di lusso della multinazione tedesca Adler nella riserva naturale di Torre Salsa. Riportiamo per intero qui di seguito l'articolo di Giulio Ambrosetti per il sito La Voce di New York.
 

Abbiamo lasciato Torre Salsa – la Riserva naturale orientata che corre per circa 6 chilometri di costa tra dune e spiagge bianchissime da Eraclea Minoa a Siculiana – con una notizia ‘telefonata’ di improbabili compravendite di terreni. Ci hanno riferito che, da qualche tempo, strani personaggi si presentano dai piccoli proprietari agricoli del luogo proponendo l’acquisto di appezzamenti di terreno a prezzi un po’ ridicoli, come vi abbiamo raccontato qui. Ci hanno anche riferito che i gestori della Riserva – il WWF – creerebbero problemi agli agricoltori. Cosa, questa, smentita dall’associazione ambientalista. Per la cronaca, Torre Salsa è una Riserva naturale che si estende per circa 760 ettari, per lo più su terreni privati, fatte salve, ovviamente, le spiagge e qualche piccola area acquistata, per l’appunto, dal WWF.

Insomma, alla fine le richieste di acquisti di terreni ci potrebbero stare. Per capire come stanno le cose ci siamo concessi una giornata agrigentina (Torre Salsa è in provincia di Agrigento). E siamo andati a verificare di persona. Abbiamo chiesto qua e là che aria tira. I primi tentativi sono stati infruttuosi. Tutti a negare tutto. Poi un signore di Sciacca ci ha svelato una storia che a noi, lì per lì, è sembrata incredibile. “La richiesta di acquisto dei terreni di Torre Salsa è vera – ci ha detto -. La storia ancora non è sicura al cento per cento. Ma chi l’ha spifferata, da queste parti è ‘cassazione’. Sa perché c’è chi gira come una trottola tra i proprietari dei piccoli appezzamenti prospettando offerte di acquisto? Perché a Torre Salsa verrà realizzato un villaggio turistico. Roba di alto lusso. Ancora più lussuoso del Resort di Verdura (che è stato realizzato a qualche chilometro da Torre Salsa, al confine tra Sciacca e Ribera ndr). Tra qualche anno, quando lo stabilimento turistico superlussuoso sarà realtà, i terreni di Torre Salsa avranno un valore dieci volte superiore a quello attuale. E forse più”.

Quando abbiamo sentito ‘sta storia abbiamo risposto sorridendo: “Guardi che Torre Salsa è una Riserva naturale. C’è l’inedificabilità assoluta”.

“Nella zona A della Riserva è come dice lei – ha replicato -. Ma nella zona B si può fare tutto”.

“Ma che tutto e tutto – è stata la nostra contro risposta -: al massimo si possono apportare piccoli miglioramenti agli edifici esistenti. Previo consenso del WWF. Altro che Resort di lusso!”.

A questo punto il nostro interlocutore è andato un po’ su di giri: “Senta, lei è venuto qui per informarsi, visto che è disinformato. Qui stanno arrivando i tedeschi. Sa chi sono i tedeschi? I nuovi padroni dell’Italia. Sono i tedeschi della Adler. Mi hanno detto mezzi austriaci. E hanno il progetto pronto. Hanno una società con la famiglia Morgante. Sa chi sono i Morgante? I padroni dei terreni di mezza Riserva. Vada a Palermo e si informi. Cominci con gli uffici della Regione, che sanno tutto da tempo. Vada, vada a Palermo e poi ne parliamo”.

Confessiamo che siamo rimasti un po’ intontiti. Durante il viaggio di ritorno, sulla Palermo-Sciacca, abbiamo riflettuto a lungo sulle due o tre cose che coincidevano. Le richieste di acquisti dei terreni, da parte di soggetti non identificati, che a quanto pare non sono improbabili. La speculazione turistica, che a Torre Salsa è stata tentata più volte. E, soprattutto, il riferimento alla famiglia Morgante. Supponiamo all’avvocato Francesco Morgante, agrigentino di Grotte, novant’anni tra qualche mese, personaggio per certi versi eccezionale: imprenditore senza se e senza ma nel settore delle miniere siciliane. Per la precisione, miniera di salgemma di Realmonte, provincia di Agrigento, e miniera di salgemma di Petralia, sulle Madonie, provincia di Palermo.

Tornati a Palermo abbiamo impiegato un paio di giorni per rimanere letteralmente basiti. La prima verifica l’abbiamo fatta negli uffici dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Niente di ufficiale, s’intende. Lì, per ora, si ‘parano il culo’ per ogni cosa. Per via non ufficiali, da un amico ingegnere, siamo entrati in possesso di un documento per certi versi sconvolgente. Eccolo: “Ritempra spa: Studio di impatto ambientale e studio di incidenza ambientale relativi all’insediamento turistico alberghiero ‘Adler spa Resort – Centro benessere sito in contrada Salsa nel Comune di Siculiana (Ag)”. Contrata Salsa? Ragazzi, siamo veramente a Torre Salsa: uno stabilimento turistico a Torre Salsa targato Adler, una multinazionale del settore turistico di lusso? Dentro una delle Riserve naturali costiere più belle della Sicilia? Ma siamo impazziti? E che cos’è ‘sta Ritempra spa? Da dove spunta? Chi ne fa parte?

Altre ricerche. Tra telefonate e visure. Per scoprire che la società Torre Salsa Turistica spa, della famiglia Morgante, avrebbe ceduto una parte dei terreni della zona B della Riserva naturale proprio a Ritempra spa, società che ha sede a Roma, in via Sardegna  n. 14. Capitale sociale di Ritempra spa: 150 mila Euro. Presidente: l’avvocato Monica Morgante, figlia dell’avvocato Francesco Morgante. E i tedeschi? Eccoli: sono loro a detenere il 51% di Ritempra spa. Loro chi? Una banca: la Spakasse Cassa di Risparmio di Bolzano spa Sudtiroler Sparkasse Ag. Uno dei consiglieri di questa banca è il dottor Andreas Josef Johann Sanoner. Ed è proprio lui l’amministratore delegato di Ritempra spa! Un altro nome che siamo riusciti a rintracciare è quello del dottor Claudio Andreatta, presidente del collegio sindacale di Ritempra spa.

Riassumendo: il signore che abbiamo incontrato a Torre Salsa ci ha semplicemente raccontato una cosa che a noi sembrava incredibile, ma che invece è vera. C’è un progetto per un Resort di super lusso a Torre Salsa, non abbiamo capito se nella zona B della Riserva – dentro una parte dei 760 ettari – o al confine con la stessa area protetta. I signori che girano tra i proprietari dei piccoli appezzamenti agricoli che insistono nella Riserva naturale non sono affatto un’invenzione: sono persone che sanno tutto e che stanno provando ad acquistare terreni, per pochi Euro. Terreni che – se la speculazione andrà in porto – potranno essere rivenduti a un prezzo dieci volte superiore, come ci ha detto il nostro informatore. Tutto vero!

Noi abbiamo difeso Torre Salsa dalle speculazioni negli anni ’80. Ma allora nel Parlamento siciliano c’era Franco Piro. Un vero uomo politico di sinistra. Battagliero e coriaceo. Ora chi ci sarebbe? Il PD, quello che le trivelle sono belle? Avete presente i cigni nelle vasche delle ville? Se tirate in acqua una pagnotta tutti i cigni si catapultano sulla stessa pagnotta per sbafarsela. Abbiamo la sensazione che questa storia del Resort di lusso a Torre Salsa potrebbe avere un effetto simile con i deputati del PD al Parlamento siciliano, pagnottisti che, con l’arrivo di Renzi, sono diventati più pagnottisti dello stesso capo del governo italiano. Un personaggio, Renzi, che, nel nome delle pagnotte, ha già svenduto quei pochi valori della sinistra rimasti. Da scartarli a priori, i ‘compagni’ del PD.

Andiamo dai grillini? Quelli, quando gli parli, ti squadrano ed è come se ti stessero dicendo: “E tu per chi fai ‘operazioni’? Che cosa ci stai rifilando? Come ci vuoi fregare?”. Che dire? Speriamo che almeno si leggano ‘st’articolo. Magari chiederanno ‘lumi’ all’antimafioso presidente della Regione, il ‘rivoluzionario Rosario Crocetta. Dubitiamo che un’operazione del genere sia sconosciuta a lui e al suo ‘cerchio magico’. Figuriamoci! Magari gli presentano una bella interrogazione per saperne di più. Del resto, una speculazione turistica nell’area di una delle più belle Riserve naturali costiere della Sicilia non ci sembra una bazzecola. Tutt’altro. 

E che dire degli ambientalisti? Nel lago dei cigni, insieme con il PD? Di Legambiente Sicilia, ormai, non c’è niente da prendere. Basti pensare che, nel 2012, si erano messi d’accordo con il governo Monti e con il governo Lombardo per bruciare i rifiuti siciliani nelle cementerie. Questi di Legambiente Sicilia, da quando non li guida più Giuseppe Arnone, è meglio perderli che trovarli. E il WWF che gestisce la Riserva naturale orientata di Torre Salsa? Cadranno dalle nuvole? Chissà cosa penserà di questa storia il grande Fulco Pratesi.

Detto questo, un legame con il passato c’è. Alla fine degli anni ’80 del secolo passato si decise la chiusura non soltanto della miniera di Pasquasia, in provincia di Enna, ma di tutto il settore dei Sali potassici siciliani. Motivazione ufficiale: un po’ di mafia – in Sicilia ‘condimento’ di tutte le ‘minestre’ quando c’è da imbrogliare le carte – e misteri e inquinamento, veri o presunti tali, nella miniera di Pasquasia.

Chi scrive, già in quegli anni, diceva che dietro la chiusura di Psquasia e delle miniere di Sali potassici della Sicilia c’erano i tedeschi. La riunificazione della Grande Germania era alle porte. E i teutonici non volevano la concorrenza dei Sali potassici siciliani, magari lavorati nell’area industriale di Siracusa (era un’idea delle Partecipazioni statali italiane che Tangentopoli avrebbe in parte smantellato).

Ovviamente, allora, quando parlavamo dei tedeschi che bloccavano Pasquasia e, in generale, le miniere di Sali potassici della Sicilia ci prendevano per visionari. Anzi, la parola era un’altra: “Complottisti”. Abbiamo dovuto aspettare circa dieci anni per mangiarci due ‘fette di carne grandi così’, come si usa dire dalle nostre parti quando ci si prende una bella soddisfazione. E’ stato il compianto Guido Virzì, all’epoca deputato del Parlamento siciliano di Alleanza nazionale, che in Aula – non ricordiamo più se era il 1999 o il 2000 – sciorinò un intervento senza peli sulla lingua, accusando gli austro-tedeschi di tenere chiuse le miniere di Sali potassici siciliane. Virzì fece il nome della società austro-tedesca. Mai smentito. Altro che complottisti!

Perché ricordiamo tale episodio? Perché un retro-pensiero non ci lascia. E’ una specie di due più due: austro-tedeschi erano, anzi sono quelli che tengono bloccate le miniere di Sali potassici siciliane; e austro-tedeschi sono i titolari del 51% di Ritempra spa. Vuoi vedere che, nel nome di questo Resort di lusso a Torre Salsa, riaprono pure le miniere di sali potassici siciliane?

Stavamo per dimenticare altre due cose. Prima cosa: l’assemblea degli azionisti di Torre Salsa Turistica spa (società agricola per azioni) convocata il prossimo 30 settembre. Ordine del giorno: aumento del capitale sociale da 725 mila a un milione e 300 mila Euro. Al secondo punto c’è la modifica dello statuto. E al terzo punto l’aumento di un’unità del numero dei componenti del consiglio di amministrazione.

Seconda cosa: l’autorizzazione rilasciata dal Comune di Montallegro (altro Comune dell’Agrigentino dove ricade una parte della Riserva di Torre Salsa) a Ritempra spa per aumentare la portata di una condotta idrica privata. Ve l’immaginate un Resort di lusso senz’acqua?

Ah, ultimissima cosa e – lo giuriamo! – non vi tediamo più: via Sardegna n. 14, a Roma, dove ha sede Ritempra spa, è anche la sede romana di Italkali spa. L’Italkali è la società a maggioranza regionale (51%), ma gestita dai privati capeggiati dall’avvocato Morgante. Insomma è la società che gestisce le già citate miniere di salgemma di Realmonte e Petralia.

C’entra qualcosa con tutta questa storia? Boh!