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L’attore siciliano Vittorio Magazzù è uno dei volti più promettenti del mondo del cinema e della tv in Italia. Classe 1997, nato a Palermo, è stato protagonista di fiction di successo, come “Rosy Abate”, “La vita promessa”, “The Bad Guy” e, quest’anno, “I Fantastici 5”, serie Mediaset con Raoul Bova.

In un’intervista a Fanpage.it, Magazzù ha parlato della sua carriera, ma anche della Sicilia. Ne “I Fantastici 5” interpreta un ruolo delicato e tratta un argomento importante, affrontando il tema della disabilità nello sport.

A proposito di sport, l’attore ha detto: “L’anno scorso, a costo di stare fermo per due mesi col mio lavoro, ho deciso di operarmi al crociato, perché sentivo di non poter stare senza lo sport e il calcio, sarebbe stata una perdita troppo grande per me. Da un anno a questa parte ho ripreso a giocare, cimentarmi in altri sport, perché la competizione è qualcosa che mi piace molto. In più sono un gran tifoso del Palermo, sono un convinto palermitano non sono di quelli che tifa anche le strisciate, no io tifo solo Palermo”.

Vittorio Magazù
Vittorio Magazzù – Foto Instagram

Quando gli è stato chiesto se portare sullo schermo la sua terra, fosse stato un limite, ha risposto senza esitazioni: “Sono profondamente legato alla mia cultura, ho sempre voglia, sia nella vita di tutti i giorni che nella mia carriera, di poter raccontare qualcosa che richiami la Sicilia. Sono sempre grato di queste proposte, interpretare ruoli da siciliano non rappresenta un vincolo per me”.

Vittorio Magazzù ha anche colto l’occasione per fare una riflessione: “A volte mi capita di percepire il fatto che il siciliano non sia entrato davvero nelle case degli italiani. Esiste una sicilianità molto più forte, distinta, di quella che vediamo in televisione. Il napoletano, ad esempio, magari grazie anche a serie come Gomorra ha avuto un impatto reale, anche chi è romano sa come parla un napoletano vero. Con il siciliano questa cosa non accade, nonostante abbia lavorato con attori straordinari non siciliani. Spero che nei prossimi anni ci sia davvero voglia di portare qualcosa di vero sullo schermo, perché la Sicilia è stata il cuscinetto di storie più ideali che reali”.

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