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Attore, regista, musicista, conduttore televisivo ed esperto di gastronomia. Le definizioni che si possono dare di Vittorio Vaccaro sono praticamente infinite, come la sua creatività, ma ne aggiungiamo ancora una: siciliano. Un talento poliedrico, che il grande pubblico ha conosciuto attraverso programmi di successo di Food Network. La sua ultima impresa non è solo un ristorante, “è un progetto“, come ci tiene a precisare lui stesso: si chiama Bettola Siciliana ed è il locale che ha aperto a Milano. Lo abbiamo intervistato, per parlare di questo, ma anche del legame che ha con la Sicilia, la sua terra d’origine.

“Quando apri un progetto come Bettola Siciliana – ci dice – a mio avviso devi anche guardarti dentro, capire da dove vieni, cosa puoi raccontare di te. Io potevo raccontare la mia Sicilia, il territorio, le nostre materie prime eccezionali. E così ho fatto, ho dato un’impronta molto identitaria”. Ma come è nata l’idea? “È nata nel periodo post-Covid, con un Vittorio che ha iniziato un nuovo percorso tra food e televisione: un racconto del food, del territorio, della materia prima di eccellenza”.

Alla base c’è una passione per la cucina che è nata quando era bambino. Vittorio, peraltro, è un figlio d’arte: “I miei genitori facevano già questo mestiere – racconta – sono cresciuto in una cucina, un laboratorio di cucina, tra racconti, assaggi… Mio papà si affida molto alla materia locale, una materia prima di eccellenza, quindi sono cresciuto con l’idea che ciò che deve essere mangiato deve essere buono“.

Vittorio Vaccaro porta la sua Sicilia a Milano

Quindi aggiunge: “A questo, associo l’aspetto della famiglia riunita intorno al cibo, una cosa che mi piace tantissimo, ricordo i pranzi ogni domenica dai nonni, quando ci si incontrava intorno alla tavola: da lì ho sviluppato l’idea che il cibo è famiglia, è unione, è amore, è condivisione”. Nella sua Bettola Siciliana, dunque, c’è tutto questo: “Ho voluto portare in una Milano che, su certe cose, è meno legata a certe dinamiche familiari, qualcosa per fare stare bene e sentirsi a casa. In questo locale la gente si siede e non ha voglia di andarsene, si sente a casa. Sente le storie siciliane che racconto, si parla di Sicilia, di casa, di famiglia”.

Alla base di queste storie, naturalmente, c’è la sostanza della cucina siciliana, con i piatti che Vittorio Vaccaro chiama i nomi della tradizione: “Faccio la pasta incaciata, le busiate con il pesto mediterraneo, il calamaro mbuttunatu, il farsumagru, la pasta fresca”, ci dice, raccontando il suo menù che spazia da una parte all’altra dell’isola. Tradizione sì, ma anche creatività, come per il suo piatto forte: “Si chiama l’uovo di Vaccaro ed è un uovo con una cottura in pellicola, con una base di patata e porro e una ”neve” di Piacentinu Ennese, un formaggio allo Zafferano che faccio arrivare da Calascibetta”.

Un nuovo programma su Food Network

Basta sentir parlare Vittorio Vaccaro, per percepire la passione che mette in ciò che fa. È la stessa passione che l’ha portato alla scelta di un nome, ovvero “Bettola Siciliana”, che esalta un’accezione di bettola come luogo umile e cui ci si approccia con facilità: “Un’idea di semplicità e famiglia, un luogo in cui esaltare piatti poveri”. Quando torna in Sicilia, ci rivela, si gode le vacanze e il suo “essere figlio”. Nessun progetto di aprire un ristorante sulla sua isola: “Il ristorante ce l’hanno i miei!“, sottolinea con ironia.

Il viaggio di Vittorio Vaccaro è partito dalla Sicilia e, pur esplorando luoghi diversi, mantiene con la Sicilia un legame speciale. Nel frattempo, passa da nuove avventure professionali, che ci racconta proprio mentre è in viaggio e si trova in Brianza, dopo una tappa a Roma: “Ho appena terminato le riprese di una nuova trasmissione, che andrà in onda dal 25 febbraio su Food Network. Si chiama Gusti d’Italia“, conclude.