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Sapete perché il Piacentinu Ennese si chiama così? Stiamo parlando di uno dei formaggi più famosi della Sicilia, a pasta compatta e caratterizzato dall’aroma di zafferano, che gli conferisce un bel colore giallo, e dal pepe in grani. Per produrlo, lo si mette in ammollo in acqua calda la sera precedente la produzione.

La tecnica di lavorazione, che prevede anche l’aggiunta di acqua calda alla cagliata, e l’uso attento del sale ne fanno uno dei formaggi meno “aggressivi” della Sicilia.

A rendere ancora più particolare è la sua storia.

Lo storico Gallo lo ha citato nel IV secolo, raccontando dei sistemi di salatura e dell’aggiunta dello zafferano per conferirgli la tipica colorazione. Si narra che il nome Piacentinu derivi dal termine “piacenti”, che in siciliano significa “ciò che piace”. Secondo altri, però, deriverebbe invece da “piagentinu”, che significa piangente: questa denominazione sarebbe legata alle “lacrime” di grasso che trasudano dalla forma.

Il racconto più fantasioso che coinvolge il Piacentinu Ennese, però, chiama in causa nientemeno che Ruggero il Normanno. Intorno al 1090 d.C. avrebbe ordinato di creare un formaggio che combattesse la depressione della moglie Adelasia e il risultato fu proprio questo prodotto. Lo zafferano, infatti, era considerato una spezia energizzante, antiossidante e antidepressiva.

 

 

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