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C’è un posto, a pochi chilometri da Palermo, dove il tempo sembra essersi fermato. Si chiama Borgo Parrini ed è una frazione del Comune di Partinico. Con i suoi pochi abitanti vanta il titolo il borgo più piccolo d’Italia, ma le sue dimensioni ridotte non devono trarre in inganno: questo luogo incanta, sorprende e conquista, un passo alla volta.

Borgo Parrini non è solo un villaggio. È un’esperienza estetica e sensoriale che cattura chi arriva per caso e lascia il segno in chi parte. Un tempo quasi abbandonato, è rinato grazie al sogno visionario di un imprenditore locale che ha trasformato un agglomerato rurale dimenticato in una vera e propria opera d’arte a cielo aperto.

La storia rinasce tra le maioliche

Le sue radici affondano nel XVI secolo, quando i Gesuiti lo fondarono e costruirono una piccola chiesa, ancora oggi visibile: Maria Santissima del Rosario. La vita si svolgeva intorno alla fede e ai campi, seguendo i ritmi lenti della terra. Poi arrivò l’oblio. Per anni, il borgo restò in silenzio, isolato, dimenticato. Finché qualcosa è cambiato.

Negli anni ’90, un imprenditore appassionato di arte e architettura, Giuseppe Gaglio, decise di recuperare e valorizzare il villaggio. Con ispirazione tratta dalla città spagnola di Barcellona e dalle opere di Antoni Gaudí, ha trasformato le case in mosaici viventi, decorando facciate con ceramiche colorate, frasi poetiche, murales e citazioni celebri. L’effetto è un dialogo tra arte e territorio, tra sogno e realtà.

Borgo Parrini piccola Barcellona di Sicilia

Passeggiando tra i vicoli del borgo si ha la sensazione di trovarsi in una versione mediterranea del Parc Güell. Non a caso, Borgo Parrini viene ormai soprannominato la Piccola Barcellona, oppure la Barcellona Palermitana. Ogni angolo è una sorpresa visiva: pareti che raccontano storie, balconi fioriti, cupole rivestite di ceramica, finestre che sembrano occhi spalancati su un mondo immaginario.

Eppure, non c’è nulla di finto in tutto questo. L’arte non è una trovata turistica, ma un vero e proprio gesto d’amore verso un luogo che voleva rinascere. Il risultato è un microcosmo in cui si fondono influenze arabe, portoghesi, greche e siciliane, in un equilibrio che non stona mai.

Cosa fare, cosa vedere

Visitare Borgo Parrini non richiede itinerari complessi. Basta lasciarsi guidare dalla curiosità. I vicoli principali offrono tutto ciò che serve per un’esperienza intensa: fotografie, frasi sui muri che invitano alla riflessione, botteghe artigiane con maioliche e oggetti unici, e soprattutto, la tranquillità di un luogo fuori dal tempo.

La chiesa dei Gesuiti è uno dei punti focali, ma il vero consiglio è perdersi. Lasciarsi catturare dai dettagli, osservare le trasformazioni architettoniche, assaporare un caffè mentre si respira un’aria che mescola spiritualità e creatività.

Durante l’anno, il borgo ospita anche laboratori artistici, eventi culturali e piccoli mercatini locali che animano la sua atmosfera intima. Il turismo qui non è di massa, ed è forse proprio questo il suo segreto.

Un’altra ragione per visitare Borgo Parrini è la sua posizione strategica. Da qui, in meno di mezz’ora si raggiunge Palermo, con il suo straordinario patrimonio artistico e architettonico. Ancora più vicino è l’aeroporto internazionale Falcone Borsellino, perfetto per chi arriva in aereo e vuole scoprire luoghi autentici non lontano dalle rotte principali.

E se si vuole unire all’arte anche il mare, bastano pochi chilometri per raggiungere alcune delle spiagge più belle della regione: da Balestrate alla Riserva dello Zingaro, fino a San Vito Lo Capo. Borgo Parrini si presta così anche come tappa in un viaggio più ampio tra cultura, natura e relax. Foto: Depositphotos.com.