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Nel cuore della Sicilia occidentale, dove la storia sussurra tra le pietre e l’arte si fa racconto, c’è una cittadina pronta a sorprendere anche il viaggiatore più smaliziato. Castelvetrano, troppo spesso trascurata dalle rotte turistiche più battute, custodisce invece un patrimonio culturale e architettonico che incanta e affascina, condensato in un itinerario che si snoda tra piazze monumentali, chiese preziose e un teatro che racconta storie di epoche diverse.

Questo articolo vi accompagna in una passeggiata domenicale alla scoperta dei tesori nascosti di questa perla siciliana: un viaggio nella bellezza, tra stucchi barocchi, sculture rinascimentali e suggestioni archeologiche che lasciano senza fiato. Se desiderate trascorrere una domenica a Castelvetrano, in provincia di Trapani, basta seguire il seguente itinerario e di questa città potete raccontare meraviglie ancora poco conosciute ai più, racchiuse in pochi metri quadrati.

Si tratta di visitare il così detto sistema delle piazze ovvero tre piazze collegate insieme, dove troverete un concentrato di monumenti che delizieranno il vostro sguardo e la vostra anima. Piazza Aragona e Tagliavia, Piazza Umberto I e Piazza Cavour dove troverete:

  • la chiesa Madre con il bel portale medievaleggiante e un esterno semplice, contrappone il ricco interno con stucchi di Antonino Ferraro jr.(1658-60) e Gaspare Serpotta (1667-68). Custodisce la statua gaginesca della Madonna del Giglio e la quattrocentesca tavola della Madonna della Misericordia, attribuita alla bottega di Riccardo Quartararo. Interessante vitare le cripte sottostanti.
  • La fontana della Ninfa raro esempio di fontana a sviluppo verticale con quattro vasche sovrapposte, progettata da Orazio Nigrone (1625), essa ricorda il completamento dell’acquedotto Bigini. Nella fontana è ripetuta l’immagine della palma, simbolo dei Tagliavia.
  • La Chiesa del Purgatorio eretta tra il 1642 ed il 1664 con una scenografica facciata settecentesca con elementi tardo-manieristici e barocchi, a tre navate divise da colonne e riccamente decorate con stucchi e affreschi.
  • Il neoclassico teatro Selinus che ha una facciata ricalcata sui templi di Selinunte, con quattro colonne doriche, fregio con triglifi e timpagno triangolare per coronamento: iniziato nel 1873, fu ultimato nel 1908 dall’arch. Giuseppe Patricolo; nel foyer troverete la bambocciata dello scultore Pietro Novelli, al castelvetranese Gennaro Pardo si deve la tela del sipario che rappresenta Empedocle tra i selinuntini per la bonifica delle acque (1910). Due sculture muliebri in pietra decorano il palco centrale eseguite in pietra dal trapanese Leonardo Croce. Il sito in cui sorge il teatro fu in precedenza occupato da un modesto albergo che nel 1787 ospitò il famoso scrittore Wolfgang Goethe.

A poche centinaia di metri dal sistema delle piazze e precisamente nella via Garibaldi il Museo Civico che custodisce reperti di straordinario valore archeologico e storico artistico, potete inoltre ammirare uno dei rinvenimenti più importanti avvenuti nell’area archeologica cioè l’Efebo di Selinunte, una statua bronzea alta 85 cm. della prima metà del V sec.a.C. una stadera bizantina, una collezione di ceramica attica e bizantina, una lamina plumbea, monete bronzi ecc.ecc.

Proseguendo ancora qualche centinaio di metri, le altre due chiese di grande valore artistico e architettonico posizionate ai due estremi della p.zza Regina Margherita la chiesa di S. Giovanni Battista e la chiesa di San Domenico conosciuta anche come piccola Cappella Sistina di Sicilia.

Nella prima chiesa potrete ammirare la statua di S. Giovanni firmata da Antonello Gagini nel (1522) dipinti di Gherardo delle Notti, Pietro Novelli, Orazio Ferraro e affreschi di Gennaro Pardo.

Nella chiesa di S. Domenico edificata nel 1490 da Giovan Vincenzo Tagliavia e fatta decorare circa cento anni dopo da don Carlo D’Aragona ad opera dall’artista Antonino Ferraro da Giuliana, per farne un sacello di famiglia, ha un interno fastoso, con presbiterio e coro ornati d affreschi, altorilievi e statue in stucco celebranti l’avvento del Messia. Rara e grandiosa è la rappresentazione plastica dell’Albero di Jesse nell’arco di trionfo.

Inoltre vi si trovano: la pregevolissima Madonna di Loreto (1489) attribuita a Francesco Laurana, e una copia dello Spasimo di Raffaello (1574) di Giovan Paolo Fondulli.

Se vi allontanate pochi di km dal centro storico verso ovest, potete ammirare e visitare la chiesa della SS. Trinità di Delia eretta secondo i canoni dell’architettura bizantina-arabo-normanna, la costruzione pianta a croce greca e cupola centrale, risale alla prima metà del XII secolo. Abbandonata per cinque secoli sul finire del medioevo, venne restaurata alla  fine dell’Ottocento dall’archeologo Giuseppe Patricolo. Foto in evidenza Flickr (credits).              

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