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Lo scaccio è una delle “abitudini” più note della Sicilia. Amatissimo cibo di strada, è composto principalmente da calia, cioè ceci abbrustoliti, e simenza, cioè semi di zucca, con o senza sale. Per rendere omaggio a questa tradizione amata dei siciliani, oggi abbiamo pensato di raccontare la sua storia.

Anzitutto, sappiate che lo scaccio è un passatempo di origine araba, comunissimo in tutto il Medio Oriente: prassi vuole che si sgranocchi, lasciando una lunga scia dietro di sé.

Soprattutto nei giorni festivi, si era solito consumare lo scaccio, per strada o anche dietro le persiane di casa, a piano terra, guardando il passìo. Giuseppe Pitrè racconta che alcuni dei conventi meno ricchi non potevano permettersi di preparare dolci, quindi si dedicavo alla fattura di un particolare tipo di scaccio.

Ancora oggi le bancarelle di calia e simenza sono sparse in tutta la Sicilia e rappresentano veri e propri capolavori: vengono decorate con pitture a tema cavalleresco, simili a quelle che decorano i carretti siciliani. Nelle stesse bancarelle ci sono anche altri prodotti, come le castagne secche chiamate “cruzziteddi” perché simili a piccoli teschi.

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