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Capuliato, l’irresistibile pesto siciliano di pomodori secchi

Il condimento tradizionale di Sicilia.

  • Capuliato Siciliano, irresistibile pesto di pomodori secchi.
  • Uno dei primi piatti più famosi, di origine ragusana.
  • L’origine e tutto quello che c’è da sapere.

Il capuliato siciliano è un tipico condimento, realizzato con pomodori secchi. La pasta con il capuliato, in siciliano “capuliatu“, è uno dei primi piatti più famosi. Questa preparazione è legata in particolare al comune di Vittoria, in provincia di Ragusa. Il nome originale significa “triturato” in siciliano. In altre zone delle Sicilia viene chiamato anche “capuliata“: il termine si utilizza anche in modo più generico, in riferimento a un piatto di pasta condito, una “spaghettata”. Scopriamo meglio la storia e il modo in cui si prepara.

Capuliato Siciliano: tutto quello che c’è da sapere

In origine, in Europa, il pomodoro era una pianta ornamentale. Soltanto nell’Ottocento si diffuse il suo utilizzo in cucina. Gli esperti sono concordi in merito al fatto che il capuliato siciliano sia nato e si sia diffuso a Vittoria, una città in cui il territorio aveva una vivace vocazione agricola. Qui c’è sempre stata una grande tradizione in fatto di coltivazione di ortaggi. Il capuliato nacque quando ancora non c’erano i classici metodi di conservazione della salsa di pomodoro e non si coltivavano neanche in serra in pomodori. La ricetta si è diffusa rapidamente nelle zone limitrofe, come Gela o Niscemi. Dato che non si avevano i pomodori in inverno, si utilizzavano quelli secchi.

Come abbiamo già anticipato, la parola “capuliato” significa “ammorsellato” o “triturato” e si riferisce al tipo di lavorazione dei pomodori essiccati. La stessa parola si usa anche per la “carne capuliata“, cioè il macinato di carne. Già nel latino volgare esisteva la voce “capulare”, con il significato di “fare a pezzettini”. Dal latino, poi, si è evoluta nell’aragonese, con il verbo “capolar”, che è rimasto uguale in catalano e in spagnolo castigliano. Ancora oggi questa parola si riferisce all’ammorsellare, tanto in Spagna, quanto in Sicilia.

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Come si fa il capuliato?

I pomodori vengono lavati, tagliati, salati ed essiccati al sole. In seguito vengono macinati, di solito con un tritacarne, e poi posti sottolio, in una marinatura con basilico e origano, più altri sapori, a seconda dei gusti. Si possono aggiungere aglio, peperoncino o foglie di alloro, dentro il barattolo. Nella ricetta vittoriese gli ingredienti come basilico e peperoncino vengono triturati insieme ai pomodori e si aggiungono man mano che si macina materia prima. Con il capuliato si condiscono pasta, pane, bruschette, ma anche le scacce, tipiche focacce ragusane. La classica pasta al capuliato include aglio, olio extra vergine d’oliva e capuliato, con l’aggiunta di basilico o prezzemolo alla fine. Può essere arricchita con molliche di pane fritte, pangrattato, formaggio grattugiato ed altri condimenti. Sono indicate le paste lunghe, solitamente si cucinano i classici spaghetti n°5.

Redazione