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Carlo Alberto dalla Chiesa, chi era il generale ucciso nella strage di via Carini, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo. Biografia e carriera nell’Arma. Dove è nato, di cosa si è occupato, lei sue attività, l’omicidio, la medaglia d’oro al valore civile alla memoria.

Carlo Alberto dalla Chiesa

Carlo Alberto dalla Chiesa è nato a Saluzzo, in Piemonte, il 27 settembre del 1920. È stato ucciso a Palermo, il 3 settembre del 1982. Era figlio dell’ufficiale dell’Arma dei Carabinieri Romano dalla Chiesa e di Maria Laura Bergonzi. Allo scoppio della seconda guerra mondiale entrò nel 1941 nel Regio Esercito.

Nel 1942 transitò nei Reali Carabinieri e, come primo incarico, venne mandato a comandare la tenenza di San Benedetto del Tronto, dove rimase fino alla proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943.

Passò poi nel comando provinciale di Ascoli Piceno e operò in seguito nella resistenza italiana. Nel mese di luglio del 1943 si laureò in Giurisprudenza all’Università di Bari. Ricevette in questo periodo diversi incarichi, come quello del 1944, che lo vide inviato a comandare una tenenza a Bari, dove riuscì a conseguire la seconda laurea in Scienze Politiche. A Bari conobbe Dora Fabbo, che nel 1946 diventò sua moglie.

Il trasferimento in Sicilia

Fu destinato poi in Campania, dove nacque nel 1947 la figlia Rita. Durante la permanenza a Casoria, lottò contro il banditismo. Fu al comando di una Compagnia a Firenze nel 1948, quindi fu inviato nel 1949 in Sicilia, con il grado di Capitano. Qui il suocero era comandante della Legione di Palermo, al Comando forze repressione banditismo.

Comandò il Gruppo Squadriglie di Corleone e svolse ruoli importanti, come quello di Capo di stato maggiore del Comando. In quel periodo indagò anche sulla scomparsa a Corleone del sindacalista socialista Placido Rizzotto. A Firenze nacquero il suo secondo figlio, Nando, e la terza figlia, Simona (rispettivamente nel 1949 e nel 1952).

Terminò nel luglio del 1950 il periodo in Sicilia e fu trasferito prima a Firenze, poi a Como e a Milano. Nel 1964 passò al coordinamento del nucleo di polizia giudiziaria presso la Corte d’appello di Milano, che poi unificò e diresse come nuovo gruppo. Tornò in Sicilia dal 1966 al 1973, con il grado di colonnello, al comando della Legione carabinieri di Palermo.

Incominciò alcune indagini per contrastare Cosa nostra e intervenne nel 1968 coi suoi reparti in soccorso delle popolazioni del Belice colpite dal terremoto. Si occupò anche della scomparsa del giornalista Mauro De Mauro e dell’omicidio del procuratore della Repubblica di Palermo Pietro Scaglione, oltre che di altre indagini.

Alla fine degli anni Sessanta avviò anche una collaborazione con la Commissione parlamentare antimafia: il risultato delle indagini sulle cosche fu il “Rapporto dei 114” del giugno del 1971, redatto congiuntamente da Polizia e Carabinieri, che denunciava numerosi mafiosi.

Il contrasto alle Brigate Rosse

Carlo Alberto dalla Chiesa divenne nell’ottobre 1973 comandante della 1° Brigata Carabinieri (con sede a Torino), con competenza sulle legioni Carabinieri di Torino, di Alessandria e di Genova che comprendevano le aree del Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, e promosso al grado di generale di brigata.

Portò avanti alcune operazioni di contrasto all’attività delle Brigate Rosse. Dopo avere selezionato dieci ufficiali dell’arma,  creò nel maggio del 1974 una struttura antiterrorismo, denominata “Nucleo Speciale Antiterrorismo”, con base a Torino. Nel settembre del 1974 il Nucleo catturò a Pinerolo Renato Curcio e Alberto Franceschini, esponenti di spicco delle Brigate Rosse.

Nel 1976 si decide di sciogliere il Nucleo Antiterrorismo di Carlo Alberto dalla Chiesa, a seguito delle critiche formulate da più parti ai metodi utilizzati nell’infiltrazione degli agenti tra i brigatisti e sulla tempistica dell’arresto di Curcio e Franceschini.

Rimase al comando della brigata CC di Torino fino al marzo 1977. A maggio ottiene la nomina di coordinatore del Servizio di sicurezza della Direzione generale degli istituti di prevenzione e pena, mentre a dicembre fu promosso al grado di generale di divisione. Nel febbraio del 1978 morì la moglie Dora.

Arriviamo così alla fine degli anni Settanta. Nel 1978 riceve la nomina di Coordinatore delle Forze di Polizia e degli Agenti Informativi per la lotta contro il terrorismo, con poteri speciali per diretta determinazione governativa (una sorta di Nucleo operativo speciale, alle dirette dipendenze del ministero dell’Interno, creato con particolare riferimento alla lotta alle Brigate Rosse).

Nel 1979 avvenne il trasferimento a Milano, con la promozione al comando della Divisione interregionale Pastrengo, carica che detenne sino al dicembre del 1981. Ricevette la nomina a Vicecomandante generale dell’Arma, rivestita fino al maggio del 1982. Si insediò come prefetto di Palermo nel mese di aprile del 1982. Sposò in seconde nozze Emanuela Setti Carraro.

L’omicidio di Carlo Alberto dalla Chiesa

Il 3 settembre del 1982 la A112 sulla quale viaggiava Carlo Alberto dalla Chiesa, guidata dalla moglie Emanuela, fu affiancata da una BMW in via Isidoro Carini, a Palermo: da quell’auto partirono alcune raffiche di Kalashnikov AK-47, i colpi uccisero il prefetto e la moglie. L’agente di scorta Domenico Russo, morì il 15 settembre 1982 per le ferite riportate.

I funerali si tennero nella chiesa di San Domenico. Per i tre omicidi ricevono la condanna all’ergastolo come mandanti i vertici di Cosa nostra, cioè  i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci.

Nel 2002 ricevono la condanna in primo grado, quali esecutori materiali dell’attentato, Vincenzo Galatolo e Antonino Madonia, entrambi all’ergastolo, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci a 14 anni di reclusione ciascuno.

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