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Castello di Naro, un monumento nazionale.

  • Il viaggio alla scoperta dei Castelli Siciliani ci porta oggi in provincia di Agrigento.
  • A Naro troviamo un imponente castello, dalla storia interessante.
  • Viene chiamato anche Castello Chiaramontano e si tratta del monumento più celebre della cittadina: scopriamo cosa lo rende unico.

Non si finisce mai di conoscere i castelli della Sicilia. La nostra isola è ricca di edifici dal passato glorioso, che custodiscono ancora le tracce di ciò che è stato. Oggi facciamo tappa nell’agrigentino, per conoscere meglio la storia del Castello di Naro. Questo edificio è talmente importante, da essere stato dichiarato monumento nazionale nel 1912. La storia della cittadina si identifica con il castello. Il sito, infatti, fu scelto per le sue caratteristiche da un punto di vista strategico. Sotto gli Arabi, prima, e sotto i Normanni ed i Chiaramonte, dopo, il Castello assunse non solo la difesa militare limitata alle esigenze locali, ma divenne anche un elemento fondamentale per la struttura e l’organizzazione territoriale di un vasto comprensorio.

La storia dell’edificio

L’edificio mostra un imponente di pietra gialla e sembra vigilare ancora oggi sia sulle vecchie case dell’antico borgo e sugli edifici della parte nuova di Naro. Vi si arriva percorrendo il lastricato della via Archeologica o salendo lungo la spettacolare scalinata completa di  156 scalini, realizzata nel 700, antistante il Duomo Normanno. Anticamente era chiamato “Mastio-Dedalico”, poi venne detto comunemente dei Chiaramonte, dal nome dell’antica e nobile famiglia che governò Naro per più di un secolo. Secondo alcuni storici e fra essi Pancrazio, Polieno, Frontino e Placido Palmeri, la suo origine è leggendaria. È collocato nell’età di Cocalo, il mitico re dei Sicani, di cui era la primitiva fortezza. È certo che preesisteva alla conquista degli Arabi, che lo ingrandirono e lo fortificarono.

Le caratteristiche del Castello di Naro

Ospitò varie volte Federico II d’Aragona, che nel 1330 vi fece aggiungere la massiccia torre quadrata, come testimonierebbe lo stemma araldico della Casa Aragonese sul lato occidentale della facciata. Fu rimaneggiato in epoca chiaramontana, quando Matteo Chiaramonte ottenne la Signoria di Naro. Nel periodo arabo le dimensioni del castello sarebbero state più estese, fino ad arrivare al vecchio Duomo, allora moschea, con un ampio circuito di mura che arrivava alla casa del conte Arrigo Rosso di San Secondo. Si dice che potesse ospitare una guarnigione d’ottomila uomini. Nell’anno 828 sarebbe stata sede dell’emiro Salem, il fondatore di Salemi, e nell’anno 829 dall’emiro Abd Allàh el Chalid ben Jshak. In seguito dall’emiro Ibn Al Abbas, del Kaid Alì-Ibn-Hawwas. Dal 1081 al maggio 1089 rimase sotto la signoria di Ibn-el-Werd, Signore di Girgenti, Siracusa, Noto e Catania. In seguito fu la volta dell’emiro Al Qasim ibn-el-Hamud, l’ultimo Signore arabo di Naro.

Il Castello di Naro, anticamente isolato in un pianoro, domina tutta la città e la ferace vallata. Munito d’alte mura, si articola intorno ad un ampio cortile non accentrato e tutto intorno ha una serie di vani, un tempo adibiti a scuderie ed abitazioni degli armigeri. È costruito con elementi decorativi in pietra da taglio a faccia vista. La torre quadrata presenta sul lato nord-est due belle bifore archiacute, le cui due colonnine di marmo sono state sottratte. A mezzo di una scala rampante ed attraverso un bellissimo portale ogivale, artisticamente decorato con motivi chiaramontani, si accede al Salone della Torre (Sala del Principe o dei Baroni).

Foto: Eleassar 

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