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‘u Cciarduni, trionfo dell’arte dolciaria di Sicilia: nessuno è come lui

Uno dei dolci siciliani più particolari

Difficile battere la bontà dei dolci alla ricotta siciliani. La pasticceria della nostra Isola è uno strepitoso trionfo di prodotti dal cuore vellutato. Lavorare la ricotta per trasformarla in crema, sembra semplice ma, in realtà, richiede grande maestria. Quella maestria che i pasticcieri siculi hanno sempre avuto. Oggi ci avventuriamo alla scoperta di un dolce ripieno di ricotta, che ricorda molto sua Maestà il Cannolo. Chiamiamolo “Principino“, dunque. Anzi, chiamiamolo comunque “sua Maestà”, perché sono dolci che “imperano” in ambiti diversi.

Cciarduni, il dolce ripieno di ricotta

‘u Cciarduni è un cilindro di pasta frolla, coperto di granella di mandorle tostate. All’interno c’è crema di ricotta, con scaglie di cioccolato. Tutto è completato da zucchero a velo. Un vero e proprio patrimonio dolciario di Agrigento e provincia che si trova anche in altre località della Sicilia. Molto rinomata, per la produzione dei Cciarduna, è la cittadina di Bivona, che vanta una celebre tradizione in tal senso. Questo deriva dal fatto che, un tempo, il territorio era ricco di mandorleti (sostituiti, poi, con gli alberi di pesche). A questo si aggiunge una spiccata vocazione alla pastorizia: così si produce una ricotta strepitosa.

Un tempo i Ciarduna prodotti a Bivona erano grandi quanto un cannolo e anche di più. Nelle famiglie bivonesi era buona norma avere delle canne abbastanza grandi, per preparare la struttura cilindrica. Questi cilindri, di natura vegetale, facevano parte dell’arredo delle abitazioni e diventavano un vero e proprio “corredo” da lasciare in dote alle figlie. Al di là delle varie interpretazioni che si possono dare del dolce, una cosa è certa: nelle pasticcerie dell’Agrigentino, è difficile non trovarlo. Più difficile, invece, risalire all’origine del Ciarduni.

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Non tutti lo sanno, ma all’epoca di Lorenzo de’ Medici si trova traccia di un dolce dall’analogo nome, italianizzato in “cialdone“. Dato che l’interesse di Lorenzo il Magnifico sconfinava nell’enogastronomia, gli piaceva seguire la produzione e le ricette. Amava particolarmente i Cialdoni, al punto da dedicargli un componimento. Il dolce toscano, a differenza di quello siculo, ha una pasta sottile (quasi quanto quella di un’ostia) e non include la ricotta; a volte si serve con la panna. Queste dissertazioni, però, ci portano a divagare, quindi è meglio tornare in terra di Sicilia.

La somiglianza dei Cciarduna con i cannoli esiste sì, ma ricordate che si tratta di due dolci diversi. Sono simili per la presenza della ricotta e per l’esterno croccante. Diversa, però, è l’esperienza al palato. Quindi rendete omaggio a entrambi, andando a gustarli laddove si preparano con grande maestria. E, se volete prepararli in casa, trovate la ricetta qui.

Redazione