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  • Cagliostro Conte siciliano leggendario.
  • Non ebbe certo una vita tranquilla e fu protagonista di tante avventure.
  • Dove è nato Cagliostro? Tutto sul suo misterioso personaggio di Palermo.

Diciamoci la verità: pochi personaggi siciliani eguagliano in fascino il Conte di Cagliostro. A lui, infatti, spetta lo scettro di più misterioso. Aveva una straordinaria intelligenza, fu truffatore, mago, esoterista, alchimista, veggente e guaritore. Percorse tutta l’Europa, affidandosi alla Massoneria e fondandone una di rito Egizio.

Nella sua vita errabonda riuscì ad alternare gesti caritatevoli ad azioni dalla dubbia morale. Per questo, probabilmente, rimane una delle figure più affascinanti e conosciute della storia di Sicilia. Quel che stupisce, è che non tutti ne sappiano parlare.

Ancora oggi, il mistero del Conte di Cagliostro affascina i visitatori della città di Palermo, ma non solo. Se vi siete mai ritrovati a passare dai pressi del mercato di Ballarò, avrete sicuramente notato un vicoletto a lui dedicato. Ma dove è nato Cagliostro, dove è morto e cosa ha fatto nella sua vita?

A quanto pare, durante i suoi studi alchemici avrebbe cercato di creare oltre a filtri d’amore e potenti afrodisiaci, anche la formula della Pietra Filosofale (fabbricazione dell’oro da qualsiasi metallo) e l’elisir dell’eterna giovinezza.

Non ebbe una vita tranquilla: visse a Palermo, Messina, Roma, Parigi e Londra, giusto per citare alcune mete. In dieci anni girò il mondo tra magia, alchimia e massoneria. Entrò e uscì dal carcere più volte e si fecce anche nemici potenti. Fu anche un indovino: annunciò, infatti, la morte dell’imperatrice d’Austria Maria Teresa, che avvenne otto giorni dopo, e predisse gli avvenimenti politici che sconvolsero la Francia (la Rivoluzione del 1789, la morte dei regnanti, la nascita della Repubblica). Questo giusto per farvi un’idea!

Cagliostro biografia: la vita

Cagliostro, all’anagrafe Giuseppe Balsamo, nacque nel quartiere dell’Albergheria di Palermo (proprio dove c’è il mercato storico di Ballarò), il 2 giugno del 1743. Era il secondogenito di Felicia Bracconieri e Pietro Balsamo, un mercante di stoffe. Il battesimo avvenne alla Cattedrale e qui la prima curiosità: gli venne dato un elenco di nomi.

Giuseppe, Giovanni Battista, Vincenzo, Pietro, Antonio e Matteo: questi tutti i nomi propri del Conte di Cagliostro. A tenerlo a battesimo fu Vincenza Cagliostro, moglie del prozio Giuseppe Cagliostro. Questi era un potente discendente dai Bracconieri di Piscopo e di Castroreale.

Il padre di Giuseppe Balsamo era appartenuto ad una rispettabile famiglia palermitana imparentata con i Balsamo da Messina, signori di Taormina e adepti per tradizione all’ordine dei Cavalieri di Malta. Quando egli nacque, però, la famiglia era già declassata.

Alla morte del padre, venne affidato a una parente sposata con un farmacista. Qui iniziò la sua passione per polveri, unguenti e medicina. Trascorse gli anni della scuola al Seminario di San Rocco. Insieme ai frati speziali, apprese anche nozioni di botanica.

Venne espulso dalla scuola e venne mandato nella bottega di un pittore. Qui apprese l’arte del copiare. Iniziò anche ad interessarsi a truffe e raggiri. A causa di un imbroglio ai danni dell’orafo Vincenzo Marano, venne esiliato da Palermo. Fu mandato a Messina, dove trovò la protezione del prozio Giuseppe Cagliostro: fu Giuseppe a iniziarlo al mondo esoterico.

Cagliostro a Malta

Come affermò lui stesso, fu a Malta che iniziò la sua vita. Aveva 23 anni. Nel 1766 sbarcò sull’isola seguendo il Gran Maestro Manuel Pinto de Fonseca. Venne ammesso all’Ordine dei Cavalieri di Malta, che gli impose di scegliere un nome nuovo. Divenne, così, il Conte Alessandro Cagliostro (in onore dello zio).

Ottenne il triplice cavalierato: templare, maltese e rosacrociano. Non tutti lo sanno, ma ci vorranno ben 10 anni affinché si senta pronto a usare quel nome. Non potendo tornare a Palermo, si stabilì a Roma, in quartiere povero: faceva lo scrivano e il copista.

Roma e l’incontro con Lorenza Feliciani

Proprio a Roma, Cagliostro conobbe Lorenza Feliciani, figlia di un fonditore di bronzo. Bellissima ma ignorante, eccelleva nella scaltrezza. I due si sposarono nell’aprile del 1768, dedicandosi a piccole truffe. Raggirati a loro volta da un sedicente Marchese di Alliata, furono costretti a emigrare a Loreto, ma non avevano un soldo. Girovagarono per l’Europa. La coppia viveva di espedienti.

Nel 1772 decise di tornare in Francia. Lorenza, che fino a quel punto aveva cercato uomini da raggirare e circuire, si innamorò di uno di questi. Era l’avvocato Duplessis, che li fece ospitare da un’amica marchesa. Duplessis chiese a Lorenza di lasciare il marito, lei accettò, ma Cagliostro la denuncia per adulterio e la fa arrestare. La donna uscì dopo quattro mesi di carcere e la coppia si riconciliò. Ripresero a viaggiare e seguì un periodo tranquillo.

Nel 1776 si trasferirono in Inghilterra. Cagliostro sfoggiava i suoi poteri “predittivi” e diventa famoso come grande mago. La coppia sfruttò questi “poteri”, ma venne raggirata dai falsi coniugi William Scott e Mary Fray. Nel corso di una perquisizione della polizia in casa Balsamo, venne sequestrato anche il Libro dei Segreti. Cagliostro, nel frattempo, entrò a far parte della Massoneria per magia e stregoneria. Venne arrestato e passò un mese in carcere, quindi lasciò l’Inghilterra.

Perse la dignità di mago e, in cambio, lanciò una maledizione sui coniugi Scott e sul giudice che lo aveva condannato. Morirono tutti e tre. Fu da quel momento che devise di adottare il nome nuovo, Cagliostro, cambiando quello della moglie in Serafina

La Russia, Strasburgo, Bordeaux e il ritorno a Roma

Nel 1780 arrivò in Russia, trovando diversi seguaci. Si dedicò a guarire malati, ma venne visto come un intruso dai medici. Lasciò dunque la Russia e andò in Polonia, dove venne prima acclamato e poi deriso. Si recò dunque di nuovo in Francia, quindi a Strasburgo. Qui guarì molte persone, per lo più poveri e diseredati. Era anche un grande indovino.

Nel castello dei Saverne annunciò la morte dell’Imperatrice d’Austria, Maria Teresa e la rivoluzione francese del 1789. Aumentarono, però, le calunbnie contro di lui. Si trasferì a Napoli, quindi a Bordeaux. Arrivò a Bordeaux nel 1783 ma, nel 1784, una grave malattia gli procurò febbre altissima. Durante la malattia ebbe la visione che lo spinse a proseguire la costruzione della “vera” massoneria”.

Passò in seguito da Lione e da Parigi. Proprio a Parigi, però, era stato vittima di un raggiro: venne arrestato. Nel frattempo aveva anche dato vita a una nuova loggia femminile, mettendo a capo la moglie Serafina. Si ricongiunse con la moglie a Dover, ma lascia l’Inghilterra nel 1787. Passa dunque dalla Svizzera, per la prima volta senza la moglie (rimasta a Londra).

A quel punto, la moglie voleva tornare in Italia e Cagliostro esaudì il suo desiderio. La sua persona, però, aveva perso credito agli occhi di tutti. Venne accusato, quale Capo della Massoneria, di avere istigato una cospirazione contro la Monarchia Francese. Il colpo di grazia però, gli fu inflitto proprio da Lorenza: consigliata dai parenti, lo accusò alle autorità ecclesiastiche di eresia, e di appartenere alla Massoneria.

Il declino di Cagliostro: l’arresto

La sera del 27 dicembre 1789 venne arrestato e condotto alla fortezza di Castel Sant’Angelo. Rimase abbandonato da tutti fino al maggio del 1790. Tanti interrogatori lo annientarono nel corpo e nello spirito, fino alla fine del processo (aprile 1791). L’Inquisizione lo accusò di eresia e di praticare la negromanzia, nonché di aver formato sette. Lo condannò a morte per attività massonica.

Stanco e annientato, chiese perdono, pronunciando l’abiura d’eretico. Il pontefice Pio VI gli commutò la pena in ergastolo, da scontare in un carcere di massima sicurezza. Venne, però, umiliato davanti al popolo. Da Castel Sant’Angelo venne trasferito nelle carceri di San Leo. Venne chiuso prima nella cella del Tesoro, poi in quella del Pozzetto (calato attraverso una botola dal soffitto). Trascorse così gli ultimi quattro anni della sua vita: una cella larga solo tre metri per tre. Una sola finestrella che guarda al paese.

La durissima prigionia lo portò prima alla follia, poi alla morte, nella notte tra il 25 e il 26 agosto del 1795. Di sé disse: “Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo; al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza…”.

Dove morì Cagliostro e dove è seppellito

La morte giunse per lui il 23 agosto del 1795. Lo trovarono semiparalizzato nel suo tavolaccio. Come scrisse il cappellano della fortezza, fra’ Cristoforo da Cicerchia:

«Restò in quello stato apoplettico per tre giorni, ne’ quali sempre apparve ostinato negli errori suoi, non volendo sentir parlare né di penitenza né di confessione. Infine de’ quali tre giorni Dio benedetto giustamente sdegnato contro un empio, che ne aveva arrogantemente violate le sante leggi, lo abbandonò al suo peccato ed in esso miseramente lo lasciò morire; esempio terribile per tutti coloro che si abbandonano alla intemperanza de’ piaceri in questo mondo, e ai deliri della moderna filosofia. La sera del 26 fu tolto dalla sua prigione per ordine de’ suoi superiori, e fu trasportato al ponente della spianata di questa fortezza di S. Leo, ed ivi fu sepolto come un infedele, indegno dei suffragi di Santa Chiesa, a cui non aveva quell’infelice voluto mai credere».

Essendo stato un grande illusionista, abilissimo con i trucchi, gli venne messa una candela accesa sotto la pianta dei piedi per accertarne con sicurezza l’effettivo decesso e che quindi Cagliostro non stesse fingendo. La leggenda narra che nel 1797, il comandante dell’esercito rivoluzionario che si impadronì del Forte di San Leo, chiese dove fosse stato sepolto e, una volta fatti riesumare i resti di Balsamo, per omaggiarlo bevve del vino dal suo teschio. Foto: Skara kommunLicenza.

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