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Una dieta vegana stava lentamente uccidendo un bambino di un anno. È un dramma quello avvenuto a Milano: papà indiano e mamma milanese hanno optato per un'alimentazione "presumibilmente incompatibile con l’infanzia", sostiene la Procura, che ha disposto il ricovero d'urgenza del piccolo. Secondo quanto accertato dai medici in ospedale, a un anno di vita il bambino pesava come un neonato di tre mesi e presentava inoltre un ritardo psicomotorio e livelli di calcio "ai limiti della sopravvivenza", si legge sul "Corriere della Sera". Un episodio tristemente simile a quello di Genova.

A portare in ospedale il bambino erano stati in un primo momento i nonni. I genitori, infatti, avevano minimizzato il disagio del figlio, gravato per giunta da una grave cardiopatia che non è stata trattata chirurgicamente e che ha complicato il quadro clinico già delicato. Quando i medici avevano esposto ai genitori i risultati dei primi esami clinici il papà e la mamma hanno deciso di non collaborare con i dottori e di riportare il figlio a casa. Da qui la segnalazione dell'ospedale alla procura dei minorenni, che ha chiesto alla polizia di andare a prendere il bambino direttamente a casa.

Nell'abitazione gli agenti hanno trovato diversi preparati omeopatici e siringhe etichettate come alimenti, oltre a 10 gatti. I genitori hanno spiegato agli agenti di seguire una dieta rigorosamente vegana. Il bambino è stato ricoverato in base all’articolo 403 del codice civile (sull'abbandono dei minori o la presenza di condizioni non idonee al suo sostentamento) e affidato ai servizi sociali del Comune. Dopo il ricovero, le condizioni, inizialmente critiche, sono migliorate.

Anche i genitori alla fine sembrano essersi resi conto dei problemi di salute del figlio, dovuti non tanto alla dieta vegana in sé, quanto al fatto che mamma e papà non abbiano provveduto a integrare la sua alimentazione con i nutrienti di cui aveva bisogno, specie calcio e ferro, come sottolineato dal direttore del reparto Pediatria del "Fatebenefratelli" Luca Bernardo. In ogni caso, quando verrà dimesso, il bimbo sarà affidato ai nonni materni o a una comunità per mamme e figli.