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La Sicilia piange per la morte del docente 58enne Giovanni Salesi, originario di Pozzallo, ma da anni residente nel Bergamasco, dove insegnava fisica all'Università di Bergamo, presso la sede di Dalmine. Molto apprezzato dagli studenti per i suoi metodi di insegnamento, ha perso la vita in un incidente stradale.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Zogno. Il docente ha perso il controllo dell'auto, forse per un malore improvviso, e l'auto è finita a lato della strada, lungo l'ex statale della Valle Brembana.

Come abbiamo detto, Giovanni Salesi era molto amato dai suoi stuidenti di Ingegneria, che si sono uniti al cordoglio di tutto l'ateneo, riportando alla memoria le lezioni, attraverso la voce di Alberto Arrigoni, loro rappresentante: 

“Noi rappresentanti vorremmo dedicare qualche parola alla memoria del professor Giovanni Salesi che tragicamente è venuto a mancare nella giornata di ieri. Riteniamo sia doveroso farlo nei confronti di una persona che ha dedicato tutto sé stesso all’insegnamento. Oltre alla sua lodevole ambizione di adornare e impreziosire il campus di ingegneria e quindi la casa di tutti noi in quanto studenti, vorremmo qui in particolare ricordare un aspetto che lo caratterizzava, secondo noi il più encomiabile, ovvero l’affetto e la fiducia incondizionata negli studenti.

Tanti sono i ragazzi che, esitanti e spaesati dal loro ingresso nell’esperienza universitaria, si sono rivolti a lui, il quale si è prodigato con completa disponibilità e umanità a seguire personalmente. Vedeva e credeva nelle potenzialità degli studenti anche quando questi erano i primi a dubitarne, li sosteneva anche successivamente al superamento del suo esame, interessandosi al loro andamento, dando consigli sul proseguo del percorso e soprattutto condividendo sinceramente con loro la gioia dei successi e la frustrazione degli insuccessi, spronandoli in tal caso con più energia a continuare e a migliorare senza perdersi d’animo.

Significativo l’entusiasmo e l’impazienza che i ragazzi che seguiva provavano nell’informarlo dei traguardi raggiunti, consapevoli di renderlo fiero. Al di là del suo indiscusso valore come insegnante serbere