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Scacchista, falsario e scrittore: chi era Don Pietro Carrera.

  • Sono tanti i motivi per cui Pietro Carrera è passato alla storia.
  • Fu sacerdote, scrittore e scacchista, conosciuto anche per una vivace attività di storico falsario.
  • Ecco come ha conquistato un posto tra i siciliani famosi del passato.

La storia della Sicilia e dei siciliani è ricca di personaggi decisamente singolari. Per parlare di Don Pietro Carrera, dobbiamo andare un bel po’ indietro nel tempo. Nacque nel 1573 ed è stato un sacerdote, uno scacchista e un sacerdote, conosciuto anche per l’attività di storico falsario. Insieme ad altri, infatti, mise in piedi una “accademia” di falsari che operò a Catania e Acireale (ve ne abbiamo parlato qui). Vi starete sicuramente chiedendo cosa ha reso Carrera famoso: prima di scoprirlo, approfondiamo un po’ la sua storia personale. D’altronde, bisogna sempre partire da principio, quando si vuole spiegare un fatto come si deve.

La storia di Pietro Carrera

Don Pietro Carrera studiò nel seminario vescovile di Siracusa e, dopo essere stato ordinato sacerdote, gli venne assegnato un beneficio presso la chiesa di Santa Maria della Stella di Militello Val di Catania. Divenne anche cappellano di corte di Francesco Branciforte, marchese di Militello. Fu cappellano dal 1601 a tutto il 1604, poi dal 1612 al 1617. Nel 1597 fece un viaggio a Palermo e conobbe lo scacchista Paolo Boi, chiamato “il Siracusano”, e altri giocatori degli ambienti cittadini. Si fece molti amici e fece spesso ritorno a Palermo per frequentare gli ambienti scacchistici. Nel 1617 pubblicò la sua opera più famosa: “Il gioco degli scacchi”. Il suo trattato è diviso in 8 libri, in cui espone vari argomenti, come le origini degli scacchi, le aperture, il finale di partita e gli scacchi alla cieca.

Gli scacchi e la Difesa Siciliana

Non giocò spesso in partita, ma inventò una variante del gioco che utilizza una scacchiera di 8 x 10 caselle (scacchi di Carrera) in luogo della usuale 8 x 8, anticipando analoghe proposte di Bird e di Capablanca. Nel suo trattato Il gioco de gli scacchi vengono date alcune analisi dell’apertura 1. e4 c5. Lo scacchista inglese Jacob Sarratt, nei primi anni dell’Ottocento, denominò questa apertura difesa Siciliana in onore della terra natale di don Pietro Carrera.

Nel 1622 lasciò Militello e, dopo aver soggiornato a Messina, si trasferì a Canicattì. Qui divenne segretario di don Giacomo Bonanno Colonna, duca di Montalbano. Nel 1632 lasciò Canicattì per Palermo, dove soggiornò per otto mesi, riprendendo a giocare a scacchi. Andrò poi a Catania, dove rimase per dieci anni. Nel 1639 uscì il primo volume del suo «capolavoro pseudostoriografico», Le memorie historiche della città di Catania, e dopo due anni il secondo volume, dedicato alla vita di Sant’Agata. Non vide invece mai la luce il terzo volume, dedicato alle famiglie illustri catanesi.

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