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Vicina la svolta nelle indagini per l'omicidio di Emanuele Morganti, il 20enne picchiato fuori da un locale di Alatri e morto due giorni dopo (leggi qui). Dei nove indagati due sono stati fermati: si tratta di Mario Castagnacci, cuoco, e Paolo Palmisani, due fratellastri di Alatri. Uno dei due è stato fermato a Roma. Sono in corso accertamenti anche su una presunta spedizione punitiva ai danni di alcuni sospettati, tra i quali proprio Palmisani. "Un caso di una gravità spaventosa", ha detto il procuratore capo.

Sono state le immagini delle telecamere della zona del pestaggio ad aver contribuito alla svolta nell'inchiesta, oltre ad alcune testimonianze raccolte dagli investigatori della compagnia di Alatri e del reparto operativo del comando provinciale di Frosinone. Nell'inchiesta sarebbe coinvolto anche il padre dei due: il ruolo dell'uomo nella vicenda viene ora valutato dagli investigatori. Sembra che anche lui fosse sul posto al momento dell'aggressione.

Le fattispecie di reati ipotizzati a vario titolo per i 7 indagati sono tre: omicidio, rissa e detenzione e porto di strumenti atti a offendere. Secondo quanto si apprende, i due sono indiziati di aver avuto un ruolo chiave nell'aggressione di Emanuele al quale è stato inferto anche un colpo alla testa con un pezzo di ferro o una chiave inglese che gli ha provocato una frattura cranica, estese emorragie e quindi la morte

Da definire invece il movente, se l'aggressione sia stata premeditata o maturata sul momento. Una differenza notevole, perché ne dipende il capo d'imputazione: omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione, quindi una trappola vera e propria, oppure omicidio preterintenzionale. "Quando ci hanno sbattuto fuori dal Mirò Club e quelli hanno incominciato a picchiare Emanuele, io ho cercato di tirarlo via, ma quelli erano troppo forti. Me l'hanno strappato dalle mani e mi hanno scansato via. Non riesco a credere che fossero così feroci, sembravano delle bestie", ha detto Ketty Lisi, la fidanzata di Emanuele.