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Giampiero Mughini, biografia, carriera, curiosità e vita privata dello scrittore, opinionista e conduttore televisivo nato a Catania. Noto al grande pubblico per la sua schiettezza e i suoi coloratissimi occhiali da vista, viene lanciato negli anni Novanta. Cosa ha fatto negli anni e cosa fa Mughini oggi.

Giampiero Mughini

Giampiero Giovanni Mughini, questo il suo nome completo, nasce a Catania il 16 aprile 1941, da madre siciliana e padre toscano, originario di Marradi. Cresce e si forma nel capoluogo etneo. Qui, a partire dalla fine del 1963, dirige la rivista “Giovane Critica” che, insieme ai “Quaderni piacentini” e altre pubblicazioni, accompagna il sorgere del Sessantotto.

Giampiero Mughini consegue la maturità classica, quindi si laurea in Lingue e Letterature Moderne all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con la votazione di 110 e lode. Presenza una tesi in Letteratura Francese.

Prende parte alle manifestazioni studentesche del maggio del 1968 a Parigi e, nel frattempo, fa il lettore di italiano al liceo Hoche di Versailler. Nel mese di gennaio del 1970 si trasferisce a Roma. Segue la carriera di giornalista e muove in primi passi nel settore presso il quotidiano “Paese Sera”.

Mughini giornalista

Alla fine degli anni Sessanta, nel 1969, Giampiero Mughini è uno dei fondatori del periodico “Il Manifesto“. L’abbandona però dopo appena tre mesi, a causa dell’incompatibilità con i colleghi. Diventa direttore responsabile del  giornale del movimento politico “Lotta Continua”, ma lascia la carica nel 1971.

Entra, in seguito, a fare parte della redazione del quotidiano “Reporter”. Nel frattempo, prende parte al alcuni film. Il regista Nanni Moretti lo chiama per interpretare un intellettuale nel celebre film “Ecce bombo” del 1978. Ricopre anche il ruolo di un cinico presentatore televisivo in “Sogni d’oro“, nel 1981. Vent’anni dopo, Leonardo Pieraccioni lo vuole nel cast del film “Il mio West”, uscito nel 1998, diretto da Giovanni Veronesi.

Mughini decide, negli anni Ottanta, si separarsi dagli ambienti della sinistra in cui ha militato politicamente per lungo tempo. Sancisce la decisione scrivendo un pamphlet dal titolo “Compagni anni“. In seguito, dopo anni, critica duramente Lotta Continua nel libro “Gli anni della peggio gioventù. L’omicidio Calabresi e la tragedia di una generazione” uscito nel 2009.

Nel 1980 è autore del documentario “Nero è bello” per la trasmissione “Primo piano”, in onda su Rai Due. Si tratta di uno storico reportage, in cui Giampiero Mughini  esplora gli ambienti giovanili, i circoli intellettuali e i sodalizi della destra neofascista italiana.

Per alcuni anni collabora con “L’Europeo” e, dal 1987, con “Panorama“. Conclude il rapporto con Panorama nel 2005, in concomitanza dell’arrivo del direttore Pietro Calabrese. Scrive, nel frattempo, diversi libri e collabora con il quotidiano “Il Foglio” di Giuliano Ferrara, nel quale per un certo periodo cura una rubrica quotidiana chiamata “Uffa!”.

I programmi tv con Giampiero Mughini

Il grande pubblico televisivo conosce Giampiero Mughini nel 1987, anno in cui partecipa in qualità di ospite fisso alla trasmissione “Ieri, Goggi e Domani“. Arriviamo così agli anni Novanta, che lo vedono ospite sagace e colorito del “Maurizio Costanzo Show” e della trasmissione “L’appello del martedì” (quest’ultima con Maurizio Mosca).

La sua popolarità cresce notevolmente quando diventa una presenza fissa del programma televisivo “Controcampo”, che va in onda prima su Italia1 e poi su Rete4. In questa trasmissione si distingue per ironia e vivacità e vi resta fino al 2010.

A partire dal 2001 e fino al 2003 è ospite fisso dello show sportivo “Calcio d’Autore“, condotto da Giovanni Lacagnina su Stream. Nel 2006 prende parte a “Controcampo – Ultimo minuto“, versione pomeridiana della trasmissione. A proposito di calcio, è un grande tifoso della Juventus e dedica alla sua squadra del cuore tre libti.

Giampiero Mughini vince nel 2006 il Premio Cimitile, nella sezione “Saggistica”, con “E la donna creò l’uomo“, pubblicato per Arnoldo Mondadori Editore. Lo stesso anno viene operato per un tumore alla prostata, un’esperienza di cui parla pubblicamente nel 2008. Sempre nel 2008 fa parte del cast del film “L’allenatore nel pallone 2” di Sergio Martino, in cui interpreta se stesso.

Diventa membro della giuria del programma “Il più grande (italiano di tutti i tempi)”, condotto da Francesco Facchinetti su Rai2. Conclude nello stesso anno la sua esperienza a “Controcampo”, in cui è stato ospite fisso per ben 12 anni consecutivi. Nel 2010 vince il “San Fele d’Oro” per la televisione.

A partire dal 2013 è ospite fisso del talk-show calcistico “Tiki Taka – Il calcio è il nostro gioco“, condotto da Pierluigi Pardo su Italia1. Nel 2015 è opinionista e ospite fisso del programma di Rai1 “Estate in diretta”, spin off de “La Vita in Diretta”, condotto da Salvo Sottile ed Eleonora Daniele.

Vita privata di Giampiero Mughini

Giampiero Mughini vive a Roma. Nella sua casa ha una collezione di oggetti in stile Liberty, oltre a foto d’epoca, tavole originali di famosi illustratori italiani del Novecento e 20mila libri, di cui migliaia molto rari.

Annovera, tra gli altri, la prima edizione di “Canti Orfici” di Dino Campana del 1914 e “Ossi di Seppia” di Eugenio Monale del 1925. Possedeva anche una collezione di volumi, riviste e poster originali del Futurismo. Si trattava di ben 775 pezzi, che ha venduto a una libreria antiquaria, a espositori e collezionisti privati.

Chi è Michela Pandolfi

La moglie di Giampiero Mughini è Michela Pandolfi: è la sua compagna da molti decenni e, sebbene non appaia spesso in pubblico, ha una carriera prestigiosa nel mondo dello spettacolo, come costumista. La coppia non ha figli.

Intervistato da Caterina Balivo a “Vieni da me”, Mughini ha spiegato: «Vivo con una compagna, e uso una parola molto bella. È un termine che preferisco a moglie. Tu vuoi che in 30 anni di rapporto con lei non mi sia accorto di un’altra donna? Certo che è successo. Ma se per tradimento intendi che il mio animo si sia effettivamente allontanato da Michela, io stento a crederlo o a ricordarlo».

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