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Gian Carlo Caselli, chi è l’ex magistrato. Biografia e carriera: dove è nato, quanti anni ha, il pool antiterrorismo. Lotta alla mafia e ruolo nelle indagini sulle stragi di Capaci e via D’Amelio. Quali incarichi ha avuto.

Gian Carlo Caselli

Gian Carlo Caselli nasce il 9 maggio del 1939 ad Alessandria, quindi ha 83 anni. Consegue la maturità classica, quindi si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Torino. Dal 1964 diviene assistente universitario per la cattedra di storia del diritto italiano presso questo ateneo. Nel dicembre del 1967 vince il concorso in magistratura ed entra al Tribunale di Torino come giudice istruttore penale.

Da metà anni Settanta e fino a metà anni Ottanta tratta reati di terrorismo, in particolare correlati alle Brigate Rosse e Prima Linea. Gestisce nel 1974 le indagini su alcuni sequestri di persona e riceve in assegnazione la scorta. Dal suo lavoro deriva il processo al “nucleo storico” delle BR, che si conclude nel 1978 con pene comprese tra i 10 e i 15 anni di reclusione. Caselli opera con il Nucleo Speciale Antiterrorismo, diretto dal generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e con l’Ispettorato antiterrorismo del questore Emilio Santillo.

Nel 1977 la Cassazione stabilisce la competenza della Procura di Torino per l’inchiesta sull’assassinio del giudice Francesco Coco e della scorta: Gian Carlo Caselli, insieme a Mario Carassi, Bruno Caccia, Mario Griffey e Luciano Violante, costituisce il primo nucleo del cosiddetto pool antiterrorismo.

Gian Carlo Caselli, nel 1984, fa parte della commissione per l’analisi del testo di delega del nuovo codice di procedura penale. Nel 1991 è consulente della Commissione Stragi. Dal 1986 al 1990 ricopre il ruolo di componente togato del Consiglio Superiore della Magistratura per Magistratura Democratica. Sempre nel 1991 diviene magistrato di Cassazione e Presidente della Prima Sezione della Corte di Assise di Torino.

Contrasto alla mafia

In seguito alle stragi di Capaci e via D’Amelio del 1992, Caselli chiede e ottiene la nomina a Procuratore della Repubblica al Tribunale di Palermo. Si insedia il 15 gennaio del 1993, stesso giorno della cattura di Totò Riina. Forma un pool antimafia con giovani magistrati (Antonio Ingroia, Roberto Scarpinato, Domenico Gozzo, Guido Lo Forte, Gioacchino Natoli, Alfonso Sabella).

Insieme, coordinano l’arresto di circa 300 latitanti, tra i quali Giuseppe Graviano, Leoluca Bagarella, Pasquale Cuntrera, Giovanni Brusca, Gaspare Spatuzza, Pietro Aglieri e Vito Vitale. Le indagini del pool portano anche alla cosiddetta “tangentopoli siciliana“. In questo periodo Gian Carlo Caselli chiede anche il processo nei confronti di Giulio Andreotti, iniziato nel 1993 e conclusosi nel 2004. Si occupa anche di altri procedimenti, dalla grande eco mediatica.

Altri incarichi di Gian Carlo Caselli

A partire dal luglio del 1999 e fino a marzo del 2001, Caselli è Direttore generale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. A marzo 2001 riceve la nomina di rappresentante italiano a Bruxelles nell’organizzazione comunitaria Eurojust contro la criminalità organizzata.

Ricopre il ruolo di Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Torino, dal settembre 2002, quindi in seguito diviene Procuratore della Repubblica di Torino con voto unanime del Consiglio Superiore della Magistratura nel 2008. Nel 2009 coordina le indagini sul “G8 dell’università di Torino” e dispone 25 arresti per reati commessi in occasione delle manifestazioni del movimento No TAV nel gennaio del 2012. Nell’aprile del 2013 è stato incluso nella lista dei candidati alla presidenza della Repubblica.

Lascia la magistratura nel dicembre del 2013 per pensionamento: lo annuncia lui stesso inviando una e-mail ai colleghi della Procura di Torino. Nel 2014 riceve la nomina di presidente del comitato scientifico della Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, promossa ed istituita da Coldiretti.

Foto di International Journalism FestivalCC BY-SA 2.0.

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