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Cosa rende unica la Grotta dei Cordari di Siracusa.

  • La grotta si trova all’interno della celebre Latomia del Paradiso, nell’area monumentale della Neapolis di Siracusa.
  • Siamo poco distanti dal ben più famoso Orecchio di Dionisio.
  • Dopo quasi 40 anni, finalmente sta per riaprire al pubblico.

Le grotte siciliane sono luoghi dal fascino unico. Un fascino fatto di ombre e di luce, di piccoli tesori nascosti e di una vita del passato che ancora ci regala le sue testimonianze. Oggi facciamo tappa in una delle città più belle della Sicilia, per conoscere un luogo che tornerà fruibile dopo 40 anni di chiusura. All’interno della celebre Latomia del Paradiso, nell’area monumentale della Neapolis di Siracusa, si trova la Grotta dei Cordari. Come è facile intuire dal nome, veniva utilizzata per un motivo ben preciso, di cui parleremo tra poco. Per conoscerla meglio, iniziamo da un po’ di storia. Ci troviamo a due passi dal famosissimo Orecchio di Dionisio, una delle attrattive più apprezzate della città. La grotta che lega il nome ai Cordari era già conosciuta in età greca, come cava di pietra e prigione. Stando a quanto ci è stato tramandato dagli storici, fu trasformata successivamente in giardino, un “paradiso” di alberi di limoni e aranci tipici del paesaggio siciliano.

All’interno della Grotta dei Cordari si possono osservare alcuni straordinari effetti scenografici. Il merito è della successione di ampie “stanze” dalle tinte policrome, della vegetazione di muschi e capelvenere che crea singolari giochi di luce e dei pilastri e falsi pilastri amplificati dalla presenza di acqua (di carattere meteorologico o proveniente da alcune falde). In alcuni punti sono ancora ben visibili i segni della punta dei dei picconi che in antico estraevano la pietra. Bastano già queste poche informazioni per comprendere che si tratta di uno di quegli ambienti naturali della Sicilia in grado di ammaliare.

La grotta e i Cordari

Nel nome di questa grotta è racchiusa una delle sue caratteristiche più significative. Qui, infatti, per tre secoli e fino agli anni Ottanta del secolo scorso, i cordari siracusani hanno prodotto le corde. Per farlo, hanno utilizzato il sistema tradizionale della ruota a mano. L’ambiente si è sempre prestato egregiamente a questo tipo di lavoro. La naturale umidità e l’ampiezza del luogo, infatti, ha permesso ai cordari di stendere le fibre vegetali, trasformandole il filo. La chiusura, con l’abbandono da parte dell’ultimo cordaro, risale al 1983. Adesso aprirà di nuovo. “Il 2021 – ha detto l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – regalerà a tutti i visitatori che avranno come meta Siracusa uno spettacolo in più di colori, profumi, archeologia, natura e paesaggio, tenuto nascosto da decenni: la riapertura della Grotta dei Cordari”.

Foto: Salvo Cannizzaro

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