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Termina con un lieto fine la vicenda che ha visto protagonista il siciliano Valerio Vermiglio. «Con mia moglie e i miei figli restiamo a casa e cerchiamo di vivere una vita normale», aveva raccontato da Kiev, dove ha vissuto in prima persona la paura della guerra in Ucraina.

Il siciliano Valerio Vermiglio è tornato a casa

Vermiglio è dal 2015 a Kiev per insegnare italiano. Con una nave partita da Genova, ha potuto fare ritorno in Sicilia. Alla fine del mese di febbraio aveva raccontato a VaticanNews: «Si vive nell’ansia e in attesa di notizie che però siano fresche e veritiere».

«Ci aiuta avere elettricità e Wi-Fi, così riusciamo a cucinare e stare in contatto con le famiglie. Il timore più grande è che la guerra diventi guerriglia e che l’Ucraina si trasformi nella nuova Jugoslavia». Siciliano e insegnante di italiano presso l’università statale, è sposato con Irina, office manager in una ditta tedesca che produce stampanti 3D. Con loro i figli Igor e Krill, di 15 e 14 anni (nati da un precedente matrimonio, ma cresciuti con Valerio) e la figlia Anna, oltre alla nipote Sofia.

Insieme hanno percorso 3.500 chilometri in auto, attraversando mezza Europa. La meta finale è Isola delle Femmine, in provincia di Palermo, dove Valerio Vermiglio è nato. È partito dall’Ucraina, sotto le bombe. Ha attraversato la Romania, l’Ungheria e la Slovenia, prima di raggiungere l’Italia. La sera prima dell’imbarco si è fermato ad Albenga.

Nonostante tutto, non ha perso il senso dell’umorismo: «Se è vero che chi è ricco di amici è povero di guai – dice al Giornale di Sicilia – allora io sono ricchissimo. Perché, davvero, questo lungo viaggio durato quasi dodici giorni non sarebbe stato possibile senza avere dei punti precisi di riferimento».

Attraverso tanti video condivisi su YouTube, Valerio ha raccontato le tappe del suo viaggio, fino all’arrivo nella sua Sicilia: «Ma quanto è bella Palermo nostra», dice, inquadrando la vista dal mare, con Monte Pellegrino che gli dà placidamente il suo dolce bentornato.

 

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