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La nuova serie Netflix con Kim Rossi Stuart ha riacceso l’interesse per “Il Gattopardo“, spingendo il pubblico a riscoprire sia il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che l’iconico film di Luchino Visconti del 1963.

Ogni versione della storia ha introdotto elementi distintivi, modificando alcuni dettagli pur mantenendo l’essenza della narrazione originale.

“Il Gattopardo”, pubblicato nel 1958, divenne un classico della letteratura italiana. Tomasi di Lampedusa si ispirò alla sua famiglia aristocratica per creare il Principe di Salina. Dopo vari rifiuti, il romanzo fu pubblicato grazie a Giorgio Bassani e vinse il Premio Strega nel 1959.

Il successo spinse Goffredo Lombardo ad acquistare i diritti, affidando il film a Luchino Visconti. La pellicola, con Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale, vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes.

Vediamo insieme quali sono le principali differenze tra queste tre opere.

Il Gattopardo, cosa cambia rispetto al film e al romanzo

Ecco quali sono le principali differenze tra serie, film e romanzo:

1. Età e aspetto dei personaggi principali

Nel film di Visconti, Angelica è interpretata da Claudia Cardinale, che all’epoca aveva 25 anni, mentre nella serie Netflix il ruolo è affidato a Deva Cassel, che a 19 anni rispecchia meglio l’età della protagonista descritta nel romanzo.

Nel romanzo si legge: “Bellissima ragazza dagli occhi verdi, la bocca a forma di cuore, l’incarnato lucente e la chioma corvina”.

Anche Tancredi subisce una trasformazione: Alain Delon nel film ha un’aura da eroe romantico, mentre Saul Nanni nella serie, con il suo viso magro e l’espressione beffarda, è più vicino alla descrizione letteraria.

2. Il ruolo di Concetta

Nel romanzo, Concetta è una figura sottomessa e rispettosa dell’autorità paterna, tanto da essere amata dal padre proprio per il suo carattere docile.

La serie Netflix stravolge questo aspetto, trasformandola in una donna forte e determinata, capace di confrontarsi apertamente sia con Tancredi che con il Principe di Salina.

Questo cambio di prospettiva rende Concetta, interpretata nella serie da Benedetta Porcaroli, il vero sguardo moderno sulla storia, un punto di vista che nel film di Visconti era meno esplorato.

3. Il colore del vestito di Angelica al ballo

Un dettaglio simbolico che varia tra le tre versioni è il colore dell’abito di Angelica durante il celebre ballo.

Nel romanzo di Tomasi di Lampedusa il colore del vestito è il rosa, mentre nel film di Visconti è bianco, un colore scelto dal costumista Pietro Tosi dopo attente ricerche.

La serie Netflix introduce un’ulteriore variazione, optando per un abito fucsia, frutto dello studio dello stilista Carlo Poggioli, che ha collaborato con l’esperto di costumi siciliani Raffaello Piraino.

La scelta non è casuale. Come ha sottolineato Poggioli “mettersi quell’abito è una sfida a una società che stava tramontando: il ballo è il trapasso dalla vecchia aristocrazia alla nuova borghesia, incarnata da Angelica”.

4. Il finale della storia

Nel romanzo, la storia si chiude nel 1910 con i figli del Principe in lotta per ciò che resta del patrimonio familiare, aspetto che sottolinea il decadimento della nobiltà siciliana.

Il film di Visconti mantiene questo tono malinconico e decadente, mentre la serie Netflix sceglie un finale più positivo: il Principe lascia la sua tenuta a Concetta, che la amministra insieme alla famiglia.

Angelica assume un ruolo attivo nella gestione economica, venendo così meno il rancore che nel romanzo la opponeva alla figlia del Principe di Salina.

5. Budget e produzione

Anche la portata produttiva cambia notevolmente tra film e serie. Il film di Visconti costò 3 miliardi di lire, una cifra che, insieme ai costi delle pellicole Salò e le 120 giornate di Sodoma di Pasolini, contribuì al declino della Titanus.

La serie Netflix ha potuto contare su un budget di 50 milioni di euro, con un cast di oltre 5.000 comparse e una produzione di grande impatto, girata in diverse location siciliane con un’estrema cura dei dettagli.

6. Adattamento della narrazione

Gli sceneggiatori della serie hanno ampliato uno degli ultimi capitoli del romanzo, narrato dal punto di vista di Concetta, per renderlo un elemento centrale della trama.

Questa scelta porta la serie a esplorare la frustrazione e il senso di perdita di Concetta, trasformandola in un personaggio chiave, mentre nel film di Visconti questo aspetto rimane secondario.

7. Differenze nell’approccio ai personaggi

Nel romanzo, Concetta nutre un profondo rancore verso Angelica, considerandola la causa della propria infelicità.

La serie Netflix ribalta questa dinamica: Angelica non è più una figura distante e quasi antagonista, ma diventa una collaboratrice nella gestione della tenuta dei Salina, con un ruolo più pragmatico e meno idealizzato rispetto al passato.

Queste sette differenze dimostrano come Il Gattopardo sia una storia in continua evoluzione, capace di adattarsi alle diverse epoche mantenendo viva la sua essenza. Ciascuna versione de Il Gattopardo aggiunge una prospettiva inedita alla storia senza mai tradirne l’anima profonda.

Il romanzo di Tomasi di Lampedusa, il film di Visconti e la serie Netflix rappresentano tre sguardi diversi su un’opera che continua ad affascinare generazioni di lettori e spettatori.

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