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Masculina da Magghia, prodotto siciliano da scoprire

Soltanto in Sicilia potete trovare i Masculina da Magghia. L’area geografica è quella del golfo di Catania, da Capo Mulini a Capo Santa Croce, nel Comune di Augusta. Siamo nel pieno della Riserva Naturale Marina delle Isole Ciclopi, nelle acque solcate ogni giorno da piccole barche di pescatori. A seconda della stagione di pescano aguglie, spigole, tonni, triglie, sgombri, e masculini.

I pescatori li chiamano anche anciuvazzu o ancora anciuvurineddu. Si tratta di molti nomi per le piccole acciughe, le stesse catturate dai liguri e dalle menaidi cilentane. Le stesse che, diceva padron ’Ntoni ne I Malavoglia, «sentono il grecale ventiquattr’ore prima di arrivare, (…) è sempre stato così, l’acciuga è un pesce che ha più giudizio del tonno».

Ad aprile si calano le tratte, cioè le reti menaidi, che hanno maglie di un centimetro di lato e sono lunghe circa 300 metri. Il momento giusto è la notte fonda, vicina all’alba. Si utilizza la stessa tecnica dei tempi antichi, quella praticata in tutto il Mediterraneo all’epoca di Omero.

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In questo modo si imprigiona la testa dell’alice nelle maglie della rete: il meccanismo provoca un dissanguamento naturale, che rende il pesce più gustoso e pregiato. In tutto il territorio italiano sono poche le flottiglie che praticano ancora questo tipo di pesca.

A Catania le famiglie che vivono di questo mestiere sono circa una trentina e si dividono fra i porticcioli di San Giovanni Li Cuti, Ognina, Aci Trezza e Catania.

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Redazione