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La Moharda di Alfonte (chiamata anche Moarda) è una generosa montagna dalle rocce poliformi. Sovrasta il centro abitato, con i suoi massi colorati di grigio e di ocra, avvolti dal profumo di ginestre, di origano e di tante erbe aromatiche. Il suo nome deriva da un toponimo arabo che significa “colma, zampillante d’acqua“. Si trova, infatti, in un territorio molto ricco di acque, che dai territori carsici dell’interno riaffiorano nel versante della valle dell’Oreto. L’aspetto della Moharda è solido e compatto. In mezzo alle rocce crescono ciuffi di verde, una ulteriore testimonianza dell’abbondanza di acque. Qui greggi di pecore e capre vagano indisturbati, brucando pacificamente.

A rendere interessante la Moarda non sono soltanto i suoi aspetti paesaggistici, ambientali e storico-archeologici. Le sue caratteristiche geologiche sono testimoniate da numerose grotte come quella della Moardella. Le grotte sono comuni a tutto il versante meridionale del bacino dell’Oreto dove si localizzano altre interessanti cavità carsiche (Grotta del Carpineto, Grotta delle Volpi, Grotta del Garrone e Zubbione della Pizzuta). La montagna è un prezioso polmone verde a ridosso della Conca d’Oro. Su di essa si affaccia, come un belvedere naturale. Dalle vette si ammira un vasto paesaggio d’entroterra palermitano e dei monti Sicani, fino alla Rocca Busambra. Per quanto riguarda la flora, troviamo macchia mediterranea e in particolare di agrifoglio (Ilex aquifolium), oltre a recenti popolamenti forestali. In alcune aree vi sono tracce della presenza umana che con fatica e sapienza è riuscita a coltivare anche queste terre impervie.

La storia della Moharda

La Moharda da’ il nome a una vera e propria cultura dell’età del rame e del bronzo, collegata con la cultura-tipo della Conca d’Oro, che viene per l’appunto chiamata “cultura della Moarda”. Questa cultura è conosciuta principalmente attraverso ritrovamenti di corredi tombali. Le tombe ritrovate sono del tipo “a forno” e si aprono sul fondo di un pozzetto verticale. In ogni celletta sono stati rinvenuti diversi scheletri rannicchiati con intorno vasi, armi, strumenti litici, raramente metallici, oggetti fittili e ossei che ne costituivano il corredo.

Nel mese di agosto del 2020 un drammatico incendio ha gravemente danneggiato il bosco della Moharda.

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