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Storia e tradizione: i proverbi siciliani della Festa dei Morti.

  • La giornata del 2 novembre, in Sicilia, è molto partecipata.
  • La commemorazione dei defunti mantiene vivo il legame con coloro che non ci sono più e continua a farceli sentire vicini.
  • Oltre alle tradizioni religiose e gastronomiche, c’è anche quella dei proverbi. Scopriamoli insieme.

Oggi vogliamo approfondire la conoscenza dei proverbi siciliani della Festa dei Morti. Per noi, parlare dei proverbi siciliani è sempre un piacere. In occasione della Commemorazione dei defunti, una festività che in Sicilia è molto sentita, abbiamo pensato di raccogliere una serie di frasi a tema. Questa celebrazione serve a esorcizzare la paura dell’aldilà ed è un modo per mantenere vivo il legame con quanti non ci sono più. Di anno in anno, si rinnovano usi e costumi e le famiglie si riuniscono nell’affettuoso ricordo di chi è scomparso. I proverbi fanno parte della tradizione popolare. Ecco i migliori legati alla tradizionale festa siciliana.

Proverbi Siciliani

  1. Autru e parrai di morti, autru è muriri
    Una cosa è parlare di morte, una cosa è morire.
  2. Cu appi focu campau, cu appi pani muriu
    Chi ha avuto fuoco è sopravvissuto, chi ha avuto pane è morto.
  3. Morti non veni mai senza scaciuni
    La morte arriva sempre per qualche male.
  4. Diu nni scanzi di quattro pirsuni: medici, nutara, spiziali e mali patroni
    Dio ci liberi da medici, notai, speziali e cattivi padroni.
  5. Peri a lettu, vrazza ‘o pettu
    Mali ai piedi stai a letto, male al braccio appendilo al petto.
  6. Si voi campari l’anni di la cucca sparda scarpi assai e linzola picca
    Se vuoi vivere a lungo consuma tante scarpe e pochi lenzuoli.
  7. Un muzzuni ruttu campa cent’anni
    Un oggetto rotto campa cento anni, perché viene usato con cura.
  8. Cu campa pava e cu mori è cunnutu
    Chi vive paga, e chi muore “giace”.
  9. Lu gilusu mori curnutu.
    Il geloso muore cornuto.
  10. Non ci aiu unni cadiri e muriri
    Non ho dove cadere e morire.

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