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La Raviola di Ricotta è un tipico dolce siciliano ripieno di ricotta, che può essere fritto o al forno. La bontà di questa preparazione viene rispecchiata dalla sua diffusione in tutto il territorio. Nelle diverse province, infatti, esistono versioni di raviole, accomunate dal ripieno, ma con alcune varianti che riguardano la cottura e il tipo di impasto utilizzato. L’utilizzo della ricotta nei dolci è ampiamente diffuso nella cucina siciliana: basti pensare a cannoli e cassate. Lavorata con lo zucchero, diventa una crema liscia e gustosa, perfetta per riempire paste frolle e baste fritte. La Raviola di Ricotta, che nel Trapanese prende il nome di Cassatella, è un grande classico della pasticceria siciliana. Vediamo dunque, insieme, come si prepara nelle diverse zone.

Raviola di Ricotta: le varianti

La Raviola fritta catanese si prepara con un impasto simile alla graffa, cioè la krapfen. La forma è quella di una mezzaluna, farcita di crema di ricotta. Dopo la frittura in olio, si passa nello zucchero granellato. La versione al forno, invece, si prepara con una pasta sfoglia: si ricavano dei triangoli, farciti di ricotta, che si ricoprono di zucchero a velo. Spostandoci a Siracusa, troviamo una versione molto simile a quella catanese, che però si chiama Romana alla Ricotta. La variante al forno si prepara con una pasta simile a quella della brioscia. A Messina, invece, troviamo il Panzerotto Fritto o Balò di Ricotta. La Raviola di Ricotta nissena è fritta e si prepara con un impasto a base di pasta sfoglia, mentre nel ragusano troviamo dei ravioli di ricotta dolci, cui talvolta si aggiungono cioccolato o scorzette di agrumi, che vengono cosparsi di zucchero.

Un capitolo a parte merita la Cassatella trapanese, poiché è l’unica che è stata inserita tra i Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani. Ha la forma di una mezzaluna, è ripiena di ricotta di pecora e viene fritta. Per prepararla, nell’impasto si usa il vino Marsala. Questo delizioso dolce era conosciuto già nel 1700 nella cittadina di Calatafimi Segesta, dove presumibilmente ha avuto origine. Una piccola curiosità: nell’agro ericino (Erice, Valderice, Custonaci, San Vito Lo Capo e Buseto Palizzolo), si prepara in versione salata, come primo piatto. Si cucina con brodo di carne o pesce, ma si condisce anche con ragù di carne. La pasta è ripiena di ricotta (non zuccherata), prezzemolo, noce moscata e un pizzico di peperoncino.

Foto di Gaspare Figuccia

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