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La Cripta del Duomo di Messina è sconosciuta ai più, eppure rappresenta un gioiello storico e architettonico. Si tratta di una chiesa sotterranea, scoperta nel 2009, con annesso uno scolatoio di cadaveri, in cui si facevano essiccare i defunti, attraverso un processo di mummificazione naturale.

Storia della Cripta del Duomo di Messina

Fu costruita contestualmente alla Chiesa Madre, a cui in origine era collegata. Fu realizzata nel 1081, su commissione del re normanno Ruggero II.

All’inizio era un unico grande vano indifferenziato, retto da numerose colonne. Sulle colonne si sviluppano le volte che sostengono il pavimento del Duomo. In questo spazio si celebravano messe e si tenevano le riunioni dei vescovi della Diocesi.

Nel 1638 una confraternita di mercanti e drappieri fondò nella Cripta la Chiesa di S. Maria degli Schiavi. Iniziò la sistemazione degli ambienti con un ciclo di decorazioni in stucco che non intaccava l’aspetto generale dei luoghi.

Le volte furono ricoperte da una decorazione in stucco a girali di volute e fogliame oltre ad affreschi che la Guida del 1902 attribuiva ad Antonio Bova, confrate sepolto (1701) nella chiesa.

Sopravvissuta a terremoti e alluvioni, la cripta è l’unica struttura originale rimasta dell’antico impianto chiesastico quasi interamente ricostruito dopo il sisma del 1908 e gli incendi causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Attualmente la Cripta del Duomo di Messina è chiusa da tempo. Nel 2020 è stata riaperta in occasione delle Giornate del Fai, che lo sta anche promuovendo tra i Luoghi del Cuore. Vi si accede attraverso due porte, ricavate da finestre, nelle testate del transetto su via S.Giacomo e Piazza Immacolata.

Il grande ambiente rettangolare è oggi diviso in tre sezioni da nuovi muri in cemento. Conserva la base di un altare a gradini, forse precedente il 1908. È ancora evidente la decorazione a stucco settecentesca (ampiamente rimaneggiata), che copriva l’ambiente e l’abside centrale. Nelle cappelle laterali gli stucchi consistevano soltanto di motivi foliacei lungo i costoloni, mentre maggiore spazio era riservato agli affreschi.

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