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Giovanni Grizzaffi, quasi 70 anni, è stato scarcerato una settimana fa dopo 24 di detenzione. Il nipote di Totò Riina è tornato a Corleone. Era finito in prigione nel 1993, pochi mesi dopo lo zio del quale era stato erede legittimo alla guida dal mandamento, anche se per pochissimo. Il figlio di Caterina Riina, sorella del capo dei capi, da anni è finito in una sorta di leggenda mafiosa. Scrive “LiveSicilia“:

Su Grizzaffi convogliavano le recenti le speranze dei nostalgici della stagione sanguinaria di Totò u curtu. Speranze, appunto, di un possibile ritorno ai fasti del passato. “Ah se ci fosse Totò”, diceva, ad esempio, Antonino Di Marco, l’insospettabile impiegato al campo sportivo comunale di Corleone arrestato per mafia. Grizzaffi è stato spesso invocato negli anni recenti in cui a molti non andata giù la gestione di Rosario Lo Bue, anziano boss ed erede dell’ala che faceva capo a Bernardo Provenzano. La stessa ala a cui appartiene Carmelo Gariffo, altro storico cognome della mafia corleonese e nipote di Bernardo Provenzano.

Chissà se quel mafioso intercettato sarà davvero chiamato a dare conto e ragione sulla gestione del mandamento in sua assenza. Ha saldato il conto con la giustizia. Si spera che il carcere lo abbia cambiato in meglio. La storia giudiziaria ci racconta troppo spesso, però, una mafia mafia dei soliti noti. Gente che entra ed esce dal carcere restando, sempre e comunque, legata al patto d’onore siglato con Cosa nostra.