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Scrive una lettera al suo capo lamentandosi e viene licenziata dopo due ore. Una storia molto triste quella vissuta da Talia Jane, 25 anni, ormai ex dipendente della multinazionale californiana Yelp. La giovane ha suo malgrado deciso di raccontare le sue difficoltà economiche con una lettera aperta indirizzata all'amministratore delegato Jeremy Stoppelman.

Pochi minuti dopo aver condiviso la lettera su Twitter, si è accorta che il suo indirizzo di posta elettronica non era più in funzione. Dopo appena due ore un portavoce dell'azienda le ha comunicato il licenziamento, senza però confermare che il racconto delle difficoltà economiche della ragazza potesse essere in qualche modo collegato. Ma, come diceva qualcuno, "a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca". Ecco uno stralcio della lettera, pubblicato su Medium:

"Da quando lavoro per lei non mi posso permettere di fare la spesa. Non perché sono pigra, ma perché prima di trasferirmi ho comprato dieci chili di riso ed è il mio unico pasto. Il pane per me è un lusso, anche se tu all'ottavo piano ne hai un frigo pieno, ma non siamo autorizzati a portalo a casa".

La genesi di queste ambasce sarebbe il costo troppo alto degli affitti, che si porta via l'80% del suo stipendio. La ragazza racconta anche di essere arrivata a bere un litro d’acqua per non sentire la fame, sfidando il freddo perché il riscaldamento è troppo costoso.  

Se la lettera di licenziamento ricevuta da Jane fa riferimento alla violazione di una norma di comportamento, Stoppelman le ha dato ragione, anche se solo via Twitter. Concorda con lei sul costo della vita troppo alto, smentisce ogni coinvolgimento nel suo licenziamento e anzi aggiunge che proprio per questo i servizi ai clienti saranno trasferiti a Phoenix, dove gli affitti sono moderati. Insomma, argomentazioni che sanno tanto di pacca sulle spalle, ma la frittata ormai è fatta.