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01Taormina sorge sulla punta meridionale della provincia di Messina, ed è uno dei più noti centri turistici dell’Isola di rilevanza archeologica, storica ed architettonica di livello internazionale.

Secondo il Diodoro Siculo, storico del periodo greco, sulla rocca di Taormina abitavano originariamente i Siculi, che vivevano di agricoltura e di pastorizia; questi, si trovavano qui prima ancora dello sbarco dei greci calcidesi a Giardini Naxos.
Secondo la storia dunque, Dionisio di Siracusa mal tollerava la presenza degli Jonici vicino casa sua, lui, che era un Dorico. Li scacciò, e loro andarono a occupare Tauromenion (‘colle a forma di toro’), nel 396 a.C., sotto la guida di Imilcone, condottiero dei Cartaginesi.

Nel 16° libro della sua “Bibliotheca”, Diodoro si contraddice però, asserendo invece che il trasferimento dei calcidesi sarebbe avvenuto dopo l'eccidio di Naxos (poi Giardini Naxos), nel 358 a.C. Una versione su cui concorda anche Cluverio. Strabone invece, narra che Taormina abbia avuto origine dagli Zanclei (i Messinesi) e dai Nassi. Quest’affermazione farebbe il paio con l'affermazione di Plinio, il quale credeva che Taormina in origine si chiamasse Naxos.

Sotto Andromaco, la città progredisce e risplende, ma più tardi, anche Taormina finirà nelle grinfie del tiranno siracusano Agatocle, che ordinerà ai suoi uomini di massacrare molti degli uomini illustri di Taormina, nonché l’esilio di Timeo, figlio di Andromaco. Taormina rimane sotto Siracusa fino a quando Roma, nel 212 a.C., non la dichiara parte della provincia romana. Tra il 134 e il 132 a.C., anche Taormina è luogo delle cosiddette insurrezioni servili, flagellata dalla guerra tra Sesto Pompeo e Ottaviano, Taormina viene poi nuovamente ripopolata da quest’ultimo, che ne prese il controllo su Sesto Pompeo, tramite l’invio di un drappello di cittadini a lui fedeli.

Con la fine del dominio musulmano, arriva a noi una leggenda non ancora confermata da nessun testo storico, secondo cui Taormina sarebbe stata data in dono a vescovo Pancrazio da San Pietro apostolo. Qui, tramite la chiesetta costruita alle sue pendici, nacque il primo vescovato di Sicilia.
In questo periodo e fino alla venuta degli Arabi, nel territorio di Taormina si succedettero Goti e Bizantini (dopo la caduta dell’Impero Romano nel 476); a governarla saranno dei vescovi, fino al 906, quando Taormina cadde nelle mani dei Saraceni, dopo un assedio durato due lunghi anni.

Secondo la leggenda, la città fu rasa al suolo e i suoi abitanti cruentemente uccisi o deportati. Tra il 911 e il 913, ci fu uno scontro tra la parte cristiana e quella musulmana della città; i superstiti fuggirono, e Taormina venne ricostruita più a Sud, al confine con l’ex città greco-romana, tra giardini e fontane.
Della città si impossessa il Gran Conte Ruggero, cingendo la città con la costruzione di ben ventidue fortezze in legname; gli Arabi infine capitoleranno nel 1078.
Taormina diviene dunque Città Demaniale, compresa prima nella Diocesi di Troina e poi in quella di Messina. Segue dominio svevo e aragonese come per il resto di Sicilia.
Nel 1410, a Palazzo Corvaja, si svolge la storica seduta del Parlamento Siciliano, che portò all'elezione del re di Sicilia, dopo la morte di Martino I.

Taormina venne espugnata dai francesi nel 1676. In quel periodo, erano in corso a Messina le rivolte contro gli Aragonesi, ai quali Taormina rimase fedele fino a quando venne costretta, con la forza, a capitolare. I francesi non la ritennero una città importante, infatti non la posero nemmeno, per un certo tempo, sotto la giurisdizione militare della vicina Savoca.

Sconfitti in Sicilia gli Angioini nella guerra del Vespro, Taormina torna sotto il dominio della Corna Spagnola. In seguito, con l'occupazione delle truppe napoleoniche di Napoli e del Sud, Re Ferdinando I di Sicilia volle ringraziare Taormina donando al sindaco dell'epoca, Pancrazio Ciprioti, l'Isola Bella.
I Borbone, resero più facile l'accesso alla città, realizzando una strada litoranea che congiungeva facilmente Messina a Catania, una strada che si andava ad aggiungere alla Consolare Valeria, fatta edificare dai Romani tra le colline.

Nel XVIII secolo, Taormina diviene luogo di residenza del turismo elitario, inizialmente inglese, tramite la figura di Lady Florence Trevelyan, la cui nonna paterna, Lady Maria Wilson, era prima cugina della Regina Vittoria. Florence si trasferì a Taormina dove sposò Salvatore Cacciola, professore di chirurgia all'università di Bologna, sindaco di Taormina e amico del Duca di Kent.
Ella acquistò l'Isola Bella e comprò 82 casupole di pescatori e vari terreni che vennero abbattuti per far posto a uno splendido giardino che, dopo la sua morte, divenne il primo giardino pubblico di Taormina. Lady Florence aiutò i La Floresta ad ampliare il primo albergo della città, l'Hotel Timeo; erano i primi anni del Novecento, e dall'Inghilterra arrivò anche il Re Edoardo VII. Johann Wolfgang von Goethe citò Taormina nel suo “Viaggio in Italia”, magnati e aristocratici di tutto il mondo iniziarono dunque a sceglierla come meta turistica: Richard Wagner e lo Zar Nicola I, e infine Gabriele D'Annunzio, Gustav Klimt, in seguito Sigmund Freud ed Edmondo De Amicis, solo per citarne alcuni; si dice che fu proprio a Taormina che Friedrich Nietzsche scrisse “Così parlò Zarathustra”.

Sorsero ovunque alberghi gestiti dalle famiglie del luogo, e nella città e nei dintorni, i piccoli borghi di pescatori vennero ben presto presi d’assalto da borghesi, costruttori e commercianti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Taormina fu sede del Comando tedesco della Wehrmacht e per questo, vittima di violenti bombardamenti alleati nel ’43.
Fu oggetto di molti soggiorni illustri, luogo di artisti e playboy, che l’affollavano soprattutto d’inverno.
con l’arrivo del turismo di massa, la cittadina si spanse nelle adiacenti aree verdi, e divenne, in breve tempo, luogo balneare con servizi meno elitari, disponibili per tutti.

Se interessati ad un viaggio a Taormina, non si può ovviamente non visitare il Teatro Antico.
Di origine ellenica, probabilmente databile intorno al III secolo a.C., oggi lo possiamo vedere nel suo aspetto Romano. Sembra che sia sorto sotto le spoglie di un antico luogo sacro, di cui sono visibili le fondamenta sul belvedere che sovrasta la cavea.
Utilizzato dai greci per la rappresentazione delle proprie tragedie; probabilmente sotto Augusto, il teatro raggiunse i 109 metri di diametro e una capienza totale di 10.000 spettatori, e venne successivamente modificato per ospitare le venationes, i tipici combattimenti romani tra gladiatori e fiere.
Di epoca tardo-antica, è il portico alle spalle della scena. Oggi, rimangono i suoi 120 metri di diametro per i suoi 20 d’altezza, e 4.500 posti a sedere scavati nella roccia, che guardano al Mar Jonio. È sede di Taormina Arte e del Taormina Film Fest, rassegna cinematografica internazionale tra Nastri d’Argento e, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, dei David di Donatello.

Tra Piazza Vittorio Emanuele II e il corso Umberto I, sorge Palazzo Corvaja. Nato per un lavoro di fortificazione realizzato ad opera degli Arabi, oggi è sede del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, e ospita anche l’ufficio turistico. Il palazzo fu ampliato nel XIII secolo e l’ala destra realizzata agli inizi del Quattrocento, per permettere le riunioni del Parlamento Siciliano.
Ma a Taormina vi sono anche molti luoghi di culto, primo fra tutti il Duomo, realizzato nel Medioevo nelle vicinanze di Porta Catania, e dedicato a San Nicola di Bari. Definita anche ‘cattedrale fortezza’ per la sua facciata in merlatura, è un edificio a pianta semplice, con tre navate e tre absidi. La navata centrale è sostenuta da sei colonne in marmo rosa di Taormina, che si presume possano provenire dal Teatro Antico.
 

Autore | Enrica Bartalotta

Credit immagine • Taormina – Foto di P. Frassica