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Rinascono i treni storici della Sicilia. Fondazione FS Italiane ha dato il via al recupero di alcune ferrovie del passato, che verranno impiegate ad uso turistico. Nella nostra regione sono due le tratte interessate, entrambe molto suggestive.

Nuova vita per le ferrovie storiche siciliane

Gli interventi sulle linee sono possibili grazie a fondi del ministero della Cultura e tramite Rete Ferroviaria Italiana, nell’ambito del PNRR. Torneranno quindi ad essere percorribili la Noto-Pachino e la Alcantara-Randazzo.

I viaggiatori potranno immergersi in alcuni suggestivi scorci di Sicilia, rimasti a lungo inesplorati dai finestrini delle carrozze ferroviarie. La rete di mobilità slow dei treni storici avrà punti di incontro con cammini e ciclovie. Sarà così possibile un interscambio tra treno turistico, percorsi da fare in cammino e biciclette.

L’investimento complessivo in ambito nazionale è di 435 milioni di euro, stanziati dal ministero della Cultura nell’ambito del capitolo “Percorsi nella storia – Treni Storici e Itinerari Culturali”.

«Il potenziamento delle linee ferroviarie storiche, dei cammini e degli itinerari culturali saranno fondamentali per lo sviluppo e la valorizzazione in chiave culturale delle aree interne», ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini.

I treni storici si compongono di locomotive a vapore, diesel o elettriche d’epoca al traino di carrozze di varie epoche storiche, e da automotrici in livrea originale. Tutti gli itinerari, in composizione al treno, includono anche un bagagliaio apposito, adibito al trasporto gratuito di biciclette. In questo modo è possibile garantire il trasporto intermodale.

Treni Storici Siciliani: le tratte

La tratta Randazzo-Alcantara si estende per circa 37 km. Collegava il versante settentrionale dell’Etna con la linea costiera ionica Messina-Catania. Si dirama dalla stazione di Alcantara, ancora oggi in esercizio sulla linea Messina-Catania. Prima di raggiungere Randazzo segue la valle del fiume Alcantara: il percorso è tortuoso, quasi del tutto in salita, e incontra 13 viadotti e 8 gallerie.

Concepita già alla fine del XIX secolo, vide la luce solo tra il 1928 e il 1959. Interrotta da una colata lavica nel 1981 e ripristinata due anni dopo, fu chiusa nei primi anni Novanta.

Il tracciato ha un elevato potenziale turistico, poiché passa a pochi metri dalle famose gole dell’Alcantara, in località Fondaco Motta:  un sito di particolare valore ambientale e meta di importanti flussi di viaggiatori.

Per quanto riguarda invece la Noto-Pachino, è lunga 27,5 km. Inaugurata nel 1935, smise di essere operativa nel 1986. Collega Noto, capitale del barocco siciliano, con la stazione più meridionale della Penisola, cioè Pachino. Attraversa luoghi unici, tra mare e macchia mediterranea.

Lambisce l’importante area archeologica dell’antica città greca di Eloro e la Villa romana del Tellaro. Dopo Noto Bagni, attraversa la Riserva di Vendicari, per poi toccare il territorio del borgo marinaro di Marzamemi.

I cantieri di Rete Ferroviaria Italiana, avviati qui lo scorso 25 gennaio, hanno interessato diversi chilometri della tratta, invasa per decenni da rovi e rifiuti. Per il ripristino dell’intero tracciato è prevista una spesa di 40 milioni di euro che consentirà la piena fruibilità della tratta e il restauro delle originali architetture delle stazioni. Foto Facebook, Fondazione FS Italiane.

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