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Apre al pubblico martedì 14 giugno la mostra “Umiltà e splendore. L’arte nei conventi cappuccini del Valdemone tra Controriforma e Barocco“, ospitata nei due piani del Palazzo Ciampoli di Taormina. Si potrà visitare gratuitamente fino al 14 settembre.

L’arte dei conventi cappuccini a Taormina

L’esposizione è organizzata e prodotta dal Parco Archeologico NaxosTaormina, in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina e promossa dalla Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Messina e dall’associazione Intervolumina. L’inaugurazione è in programma il 13 giugno (questo evento è riservato a giornalisti e addetti ai lavori).

Le opere incluse nel percorso espositivo di Palazzo Ciampoli sono una trentina. Tra i punti di forza, la presenza di cinque grandi pale d’altare, di non facile movimentazione, che provengono dalle chiese cappuccine di alcuni centri collinari della Sicilia nordorientale e dall’entroterra etneo.

Per la prima volta si potrà consentire al pubblico di apprezzare attraverso un approccio ravvicinato queste opere straordinarie. Solitamente, infatti, sono visibili a distanza e con l’inevitabile filtro di altari e tabernacoli lignei, che ne impediscono una visione integrale.

Le opere in esposizione

Tra le tele eseguite da artisti di fama internazionale per i cappuccini del Valdemone, grazie alla mediazione dei generali dell’Ordine e alla munificenza del ceto aristocratico siciliano del tempo, spiccano la preziosa “Madonna degli Angeli con San Francesco e Santa Chiara“. Questo quadro, dipinto da Scipione Pulzone nel 1588 per la chiesa di Mistretta, è cruciale per i contenuti della manifestazione e modello iconografico che incarna i dettami della Controriforma.

Molto importante anche la scenografica “Trasfigurazione” realizzata per i Cappuccini di Randazzo, nella prima metà del Seicento, dal pittore parmense Giovanni Lanfranco, tra i più noti esponenti della pittura barocca italiana.

Si segnala inoltre il caso della “Madonna degli Angeli e Santi francescani” del Convento di Pettineo, realizzata nel 1722 dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans e restituita al pubblico dopo un lungo restauro. Il restauro, per la gioia degli studiosi, ha svelato anche la firma autografa e la data di realizzazione sinora nascoste dalla imponente cornice.

Le sezioni espositive della mostra sono quattro. Le prime tre sono scandite da scelte iconografiche caldeggiate dall’Ordine (la natura umana e divina di Cristo; la Madonna degli Angeli; figure di santi e sante cari ai frati cappuccini siciliani: San Francesco, Santa Caterina d’Alessandria e poi le popolarissime Sant’Agata e Santa Lucia).

La quarta sezione è dedicata ai frati Umile e Feliciano da Messina, al secolo rispettivamente Jacopo Imperatrice e Domenico Guargena: entrambi frati cappuccini ma con una formazione artistica di alto spessore essendo cresciuti nelle botteghe del pittore caravaggesco Alonso Rodriquez e del fiammingo Abramo Casembrot, maestri indiscussi della pittura del Seicento a Messina. In mostra anche una preziosa selezione di volumi appartenenti al fondo antico della Biblioteca dei Cappuccini di Messina e coevi ai materiali artistici.

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