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Si mantiene vivo il legame tra Lucio Dalla e la Sicilia, con uno studio dell’Università di Palermo, che ha analizzato le sue canzoni, sulla base del linguaggio e gli strumenti della statistica.

L’Università di Palermo studia le canzoni di Lucio Dalla

In occasione del decimo anniversario della morte del cantautore bolognese, caduto ieri 1° marzo, sono stati presentati i primi risultati. Il lavoro è stato svolto da un team composto dalle professoresse Mariangela Sciandra e Ornella Giambalvo del dipartimento di Scienze economiche, aziendali e statistiche dell’Università di Palermo, con il supporto di Irena Carola Spera, laureata UniPa in Scienze Statistiche.

Lo studio mette in luce 35 album di Lucio Dalla degli anni 1966-2012. Un totale di 273 canzoni per mostrare come la statistica possa essere utilizzata efficacemente per indagare tutti gli aspetti dell’umano. In una prima fase il team ha analizzato la popolarità delle canzoni, restituendo la classifica dei suoi dieci brani più ascoltati sulla base degli streams effettuati dagli utenti sulla piattaforma musicale Spotify.

La Top10: Caruso, Anna e Marco, L’anno che verrà, Canzone, 4 marzo 1943, Tu non mi basti mai, Attenti al lupo, La sera dei miracoli, Futura, Disperato erotico stomp.

Le parole più usate nelle canzoni di Dalla

Così sono emerse le parole più utilizzate: «In quasi 100 canzoni si parla di mare (91), di stelle (73), di luna – spiegano dalla squadra di lavoro – come ad indicare un infinito che nelle sue opere è ricerca, ma anche ancoraggio della sua fede vissuta come certezza dubbiosa».

«Se ne parla utilizzando avverbi temporali e immagini futuristiche che descrivono un’umanità in movimento tra terra, mare e cielo, pronta a camminare nella notte, a guardarsi negli occhi, a toccarsi con le mani per sentire il battito del cuore, il segno tangibile della vita e dell’amore».

E, ancora: «L’unico messaggio che lega tutto e tutti e che, non a caso ma per un’evidenza statistica, si trova al centro delle parole utilizzate in ben 113 canzoni: amore per la pace (Henna), amore per la musica (Canzone, Tutta la vita), amore cercato (Anna e Marco), amore nascosto (Chissà se lo sai), amore violato (Il gigante e la bambina), amore immaginato (La casa in riva al mare), amore doloroso (Quale Allegria), amore speranzoso (Futura), amore tradito (Meri Luis), amore in attesa (Cara), amore impossibile (Caruso), amore pieno (Stella di mare), amore dichiarato (Tu non mi basti mai), amore per gli animali (cani, rondini, aquile, pesci o il cavallo Ribot)».

I sentimenti delle canzoni di Lucio Dalla

Lo studio ha dunque analizzato il sentimento trasmesso dalle canzoni di Lucio Dalla. Gli indicatori statistici calcolati segnano una produzione molto diversificata: «a fronte di un gruppo di tracce musicali altamente positive, è possibile contrapporre canzoni che trasmettono disagio, malumore e, nella forma più estrema, rabbia».

L’analisi ha, infine, approfondito le caratteristiche musicali dell’intera discografia di Dalla, individuando raggruppamenti da 98, 96 e 89 brani. È’ emerso che: «Le 98 canzoni del primo gruppo sono caratterizzate da acustica non troppo elevata, sono molto danzabili, hanno energia e vivacità. Ne fanno parte Attenti al Lupo, L’anno che verrà e Futura. Le 86 canzoni del secondo gruppo si distinguono per alti valori di acustica, forte presenza di strumentalità e vivacità». Le più famose sono Caruso, Le rondini e Itaca.

E infine: «Le 89 canzoni del terzo gruppo sono caratterizzate da bassa acustica e basse strumentalità e vivacità ma sono molto danzabili». Tra esse: La casa in riva al mare, 4 marzo 1943 e Come è profondo il mare.

L’Università di Palermo continuerà a studiare le canzoni di Lucio Dalla, prendendo in considerazione i diversi aspetti dei suoi brani. «A conferma del suo essere profetico e moderno – conclude il team di Unipa – in questi tempi bui che abbiamo vissuto e che forse ancora vivremo, fra pandemia e scenari di guerra, ci piace ricordare che più di quarant’anni fa scrisse “Si esce poco la sera compreso quando è festa e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra”».

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