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Dieci anni fa Lucio Dalla ci ha lasciato. Il cantautore bolognese, nato il 4 marzo del 1943, si è spento il 1° marzo del 2012 a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava in tournée. La Sicilia aveva nel suo cuore un posto speciale, ecco perché.

Il legame con la Sicilia di Lucio Dalla

Amatissimo dal pubblico e unico nel suo genere, Dalla ha scritto meravigliose pagine di storia della canzone italiana. Una storia attraverso la quale ha raccontato le sue passioni, talvolta con dolcezza, altre volte con una inconfondibile irriverenza. La sua voce creava magie e sapeva come utilizzarla con maestria.

A dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta il primo marzo del 2012, lo ricordiamo parlando del suo legame con la Sicilia, una terra che gli aveva rubato il cuore. All’isola ha dedicato “Siciliano“, una canzone-omaggio alle bellezze e alle emozioni legate ai luoghi. Quel legame è stato rinforzato dalla scelta di Milo come “buen retiro” in cui trascorrere periodi di pace e relax.

Proprio tra i boschi di Milo, in provincia di Catania, Lucio Dalla aveva comprato negli anni Novanta una villa, vicina a quella di Franco Battiato, per produrre vino e camminare tra gli straordinari paesaggi vulcanici dell’Etna. Un luogo da cui poter anche ammirare il mare, uno dei suoi grandi amori.

Marco Alemanno, che gli è stato accanto negli ultimi anni di vita, ricorda tutto questo nel libro “Dalla Luce alla Notte“. È lì che si legge di quanto Dalla amasse la Sicilia e i suoi cieli “vergognosamente azzurri”, la “cordialità antica e comunque riservata della gente e tutto ciò che fosse profondamente siciliano”.

“La felicità estrema che si prova arrivando in Sicilia”

Il cantautore bolognese partecipò anche alle celebrazioni in onore di Sant’Agata, Patrona di Catania. “Le urla strazianti dei fedeli – ricorda Alemanno – la fatica visibile sui volti di chi porta a spalla la statua della Santa, tutta quanta la cera delle centinaia di candele accese […]: tutto questo infiammò il suo animo, facendogli conoscere da vicino la ‘benedetta follia siciliana’. Fu uno dei motivi per cui decise subito anche di viverci: perché in quel coacervo di umanità pieno di fede abbagliante ma anche di un po’ di puro paganesimo, Lucio si sentiva decisamente a casa».

L’amore per la Sicilia divenne palese nel brano “Siciliano”. In un’intervista a Vincenzo Mollica, Lucio Dalla spiegò che nel testo c’è racchiusa «la felicità estrema che si prova arrivando in questa terra che rappresenta una realtà storica, credo irripetibile al mondo».

«Di loro – ha raccontato a Mollica – mi piace molto l’educazione, la civiltà, il fatto che, anche a livello popolare, abbiano dei modi molto gentili, come le arance e i profumi che ci sono lì. Poi hanno questo senso di racchiudere la storia, una storia che riguarda anche il nord dell’Europa, perché la Sicilia è stata una capitale o un riferimento per molti popoli».

«Quindi – aveva concluso – questa canzone rappresenta la voglia di sentirsi siciliani, per tutti coloro che amano quei luoghi. Trovo estremamente comunicativa la Sicilia, e tutti i siciliani in giro per il mondo trasmettono un po’ dei profumi della loro terra».

Lucio Dalla Siciliano, il testo

La lava in fiamme scende la collina
Mi lavo i piedi, è domenica mattina
Il sole picchia in testa come un assassino
La piazza è in festa, la festa del patrono
Il mare scuote il letto, è un collare intorno al collo
Satelliti nell’aria caduti tutti intorno
E tra un rosario e un lutto cittadino
Mi siedo e aspetto di parlare con qualcuno

Son siciliano… mezzo africano…
Un po’ norvegese… un po’ americano

La prua della barca taglia in due il mare
Ma il mare si riunisce e rimane sempre uguale
E tra un greco, un normanno, un bizantino
Io son rimasto comunque siciliano
Carmelo è biondo e ha in bocca un orecchino
Si sente già europeo, europeo palermitano
E tra le case ancora da finire
Noi continuiamo, continuiamo a far l’amore

Sono siciliano… un po’ saraceno…
Un po’ finlandese… ma più catanese
Guardo fuori l’oblò c’è una luna d’argento

L’aeroplano si scuote nel vento, io lo so
Che tra un po’ atterrerò e qualcuno mi attende
E mi sorriderà, appena mi vede
Carmelo dorme ai piedi del vulcano
Il vento che aveva tra i capelli adesso lucida le stelle
Negli occhi ha un sogno metropolitano
E un vulcano piano piano che si accende

Sono siciliano
Sono siciliano
Sono siciliano…
Sono siciliano… nord-africano…
Un po’ norvegese… ma comunque siciliano

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