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Chi era Vittorio Mangano, biografia. Dove è nato, cosa ha fatto nella sua vita, perché lo chiamavano lo “stalliere di Arcore”. Processi e condanne, quando è morto. Dichiarazioni di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri.

Vittorio Mangano

Vittorio Mangano nasce a Palermo, il 18 agosto del 1940. Nel 1957 abbandona gli studi, mentre è al terzo anno di Istituto Tecnico Industriale. Nel 1964 si sposa e ha la prima figlia, Loredana. Nasce nel 1967 la secondogenita Cinzia. Il nome di Mangano appare sulle cronache giudiziarie già nel 1965. Cinque anni prima di trasferirsi a Milano, presso la residenza in Brianza di Arcore, ha già subito tre arresti ed è oggetto di alcuni procedimenti penali.

Diviene noto con il soprannome di “stalliere di Arcore“: nel 1973, infatti, tramite Marcello Dell’Utri, viene assunto nella Villa di San Martino ad Arcore, di Silvio Berlusconi, dove vive e lavora fino al 1975. In quel periodo, la stazione locale dei Carabinieri riceve un’informativa dalle forze dell’ordine palermitane, che segnala Mangano come “persona pericolosa” con precedenti giudiziari.

Lascia la villa di Arcore nel 1976. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera nel 1994, su di lui Berlusconi afferma: “È lo stesso uomo che licenziammo non appena scoprimmo che si stava adoperando per organizzare il rapimento di un mio ospite, il principe di Sant’Agata. E fu poco dopo che venne scoperto anche il tentativo di rapire mio figlio”.

Durante il Maxiprocesso di Palermo (1986-1987), i collaboratori di giustizia Tommaso Buscetta e Salvatore Contorno indicano Vittorio Mangano come affiliato alla Famiglia di Porta Nuova. Il 21 maggio del 1992, in un’intervista, Paolo Borsellino cita il nome di Mangano, affermando che è “uno di quei personaggi che erano ”i ponti”, le teste di ponte dell’organizzazione mafiosa nel Nord Italia”.

Più avanti, cioè nel 2009, Gaspare Spatuzza descriverà Mangano come capo-mandamento di Porta Nuova, negli anni delle stragi del 1992 e 1993.

L’arresto di Vittorio Mangano avviene il 4 aprile del 1995, dopo alcuni anni di latitanza. Un nuovo arresto avviene nel 1999, con la successiva condanna a due ergastoli in regime di carcere duro. Malato di tumore, muore il 23 luglio del 2000, mentre si trova agli arresti domiciliari, che gli sono stati concessi poiché è in stato terminale.

Dichiarazioni di Dell’Utri e Berlusconi

Nel mese di aprile del 2008, Marcello Dell’Utri dichiara in un’intervista che Mangano è stato “a suo modo un eroe” perché, a suo dire, pur malato terminale di tumore si è rifiutato di testimoniare contro Berlusconi o lo stesso Dell’Utri nonostante i presunti benefici che ciò avrebbe potuto portargli.

Subito dopo, lo stesso Silvio Berlusconi, nel corso del programma Omnibus di LA7, commenta: “Su Vittorio Mangano ha detto bene Dell’Utri: quando era in carcere ed era malato, i pm gli dicevano che se avesse detto qualcosa su Berlusconi sarebbe andato a casa e lui eroicamente non inventò mai nulla su di me, i pm lo lasciarono andare a casa solo il giorno prima della sua morte”.

“Mangano era una persona che con noi si è comportata benissimo, stava con noi e accompagnava anche i miei figli a scuola. Poi ha avuto delle disavventure che lo hanno portato nelle mani di una organizzazione criminale, ma non mi risulta che ci siano sentenze definitive nei suoi confronti. Poi quando era in carcere fu aggredito da un male che lo fece gonfiare in maniera spropositata. Quindi bene dice Dell’Utri nel considerare eroico un comportamento di questo genere“.

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