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È stata una puntata davvero speciale quella dello scorso 26 febbraio di Domenica In. Mara Venier, infatti, ha dedicato la prima parte del suo programma a Maurizio Costanzo insieme a tanti ospiti che hanno ricordato, tra aneddoti e lacrime, il giornalista  scomparso lo scorso venerdì 24 febbraio all’età di 84 anni.

Cosa ha detto Maria Falcone su Maurizio Costanzo?

Tra i tanti ospiti che hanno popolato il noto salotto domenicale di Mara Venier per omaggiare la memoria di Maurizio Costanzo, non poteva mancare Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, che ha voluto portare la sua testimonianza della grandezza dell’opera di  Costanzo contro la mafia. “Nessuno ancora oggi si rende conto di quello che ha fatto Maurizio Costanzo nella lotta contro la mafia” ha detto Maria Falcone  intervenuta in collegamento telefonico con ‘Domenica In’ durante lo spazio dedicato al ricordo del grande giornalista.

Maria Falcone a Domenica In

Maria Falcone a Domenica In

Maria Falcone: “A Maurizio Costanzo posso dire soltanto ‘Grazie'”

“Non potevo mancare perché volevo soltanto dire ‘Grazie’ a Maurizio Costanzo. Grazie anche da tutta la società civile, perché nessuno ancora oggi si rende conto di quello che ha fatto Costanzo nella lotta contro la mafia. Lui rappresentava una tappa fondamentale con quelle trasmissioni di cui avete già visto alcuni filmati. Con quelle trasmissioni fece capire alla gente cos’era la mafia e la mafia da quel momento iniziò a morire perché inizio a perdere quel consenso che gli veniva dall’essere accettata dalla società, invece Costanzo fece comprendere che cos’era grazie anche alle parole di Giovanni e quindi io gli devo un grazie grandissimo” ha detto commossa la sorella del magistrato Giovanni Falcone.

Maurizio Costanzo e la lotta alla mafia

Maurizio Costanzo è  interprete attivo della lotta alla mafia durante gli anni ’90, quando ‘cosa nostra’ entrò in diretto conflitto con lo Stato. Questo gli costò le attenzioni  da parte di alcuni dei boss più pericolosi, e un attentato nel quale lui e la moglie Maria De Filippi avrebbero potuto perdere la vita. Era l’amara stagione delle stragi di mafia, tra il 1992 e il 1993, che causò decine di morti tra cui anche Falcone e Borsellino.

Maurizio Costanzo contro ‘cosa nostra’

Mara Venier e Maria Falcone hanno approfittato per ricordare la serata del 1991 in cui  Maurizio Costanzo, in diretta televisiva al Teatro Parioli in una puntata del suo show, bruciò una maglietta con su scritto “Mafia made in italy“. Un gesto contro la mafia rimasto nella storia del piccolo schermo, talmente rumoroso che due anni dopo, quando Costanzo scampò  all’esplosione di un’autobomba in via Fauro, si disse che la mafia volesse punirlo anche per quel gesto clamoroso. Ma non è tutto. Maurizio Costanzo organizzò, insieme a Michele Santoro, una delle poche iniziative in collaborazione tra tv pubblica e privata: una maratona dopo l’omicidio di Libero Grassi. Durante questa trasmissione avvenne anche l’episodio in cui un giovane Cuffaro urlò contro i due conduttori.

Attentato a Maurizio Costanzo

Attentato a Maurizio Costanzo

L’attentato di via Fauro: cosa accadde

L’attenzione che Maurizio Costanzo portò sulla violenza di cosa nostra non piacque a Totò Riina, che organizzò nel febbraio del 1992 un gruppo armato per ucciderlo. Gli attentatori furono però richiamati in Sicilia, e un secondo tentativo venne fatto nel 1993. Questa volta l’attentato arrivò fino in fondo. Viene rubata un’auto che, imbottita di esplosivo, viene parcheggiata in via Fauro, a Roma. Il piano è quello di aspettare che Costanzo transiti in macchina per quella strada, per poi ucciderlo facendo esplodere la sua vettura assieme all’autobomba. Il 14 maggio del 1993 alle ore 21:35, Salvatore Benigno aspettava che l’auto di Maurizio Costanzo passasse per via Fauro. Il mafioso, parte del gruppo incaricato di uccidere il presentatore, si aspettava un’Alfa Romeo 164. Ma quella macchina non arrivò mai. Transitò invece una Mercedes blu, non blindata, che trasportava sia Costanzo che la moglie Maria De Filippi. Quando l’attentatore si accorse dello scambio, era già tardi. L’autobomba esplose, ferendo 24 persone tra cui le guardie del corpo Aldo Re e Fabio De Palo. Non ci furono però vittime, e Costanzo e la moglie rimasero illesi.

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