Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

01Sciacca è un comune italiano in provincia di Agrigento. Sorge sulle coste del Canale di Sicilia, a circa 65 metri sul livello del mare. Nota stazione termale, è anche conosciuta per il suo Carnevale.

La storia della cittadina è inestricabilmente legata alle sorti arabe dell’Isola. Secondo lo storico Savasta, il nome sarebbe stato infatti Xacca, dal toponimo saraceno Xech, che sta per ‘Signora e Governatrice’. I xechi erano infatti chiamati dai Saraceni, i governatori delle piazze, come attesta anche lo storico cinquecentesco Tommaso Fazello, che a Sciacca ebbe i natali. Secondo altri invece, Xacca deriva da Xach, che vuol dire ‘Mercurio’, oppure Pomona, dea dell'abbondanza, che in latino divenne Sacca.

Secondo la spiegazione, più recente dell'arabista saccense Monsignor Giuseppe Sacco (1925), il vocabolo non è altro che un participio femminile attivo della prima coniugazione del verbo sordo ‘ash-sciaqqat’. Saqqua dunque, conteneva in sé l'idea di ‘separare, dividere, fendere’; secondo Sacco dunque, la città venne così chiamata perché costituiva confine naturale tra due diverse province, o distretti o contrade. Secondo Giovanni Alessi (1938) invece, l’origine del nome della città, deriverebbe dal latino ex acqua, come chiaro riferimento alle sorgenti ricche di acque termali, che popolano la zona. Studiosi più recenti, ritengono che ‘Sciacca’ derivi dall'arabo ‘Syac’, che significa ‘bagno’; altri da ‘al Saqquah’, in riferimento al culto del dio siriano Shai al Quaaum.

Sul territorio di Sciacca sorgono vari monumenti e luoghi di interesse; prime fra tutte, le mura cittadine cinquecentesche, costruite su quelle più antiche del Trecento, per volere del viceré Giovanni De Vega, da cui hanno preso il nome usato ancora oggi.
Impossibile non visitare le numerose strutture religiose che punteggiano la cittadina; innanzitutto il Duomo, o Chiesa di Maria SS. del Soccorso, costruita nel XII secolo per volere di Giulietta (Giuditta) la Normanna, figlia del conte Ruggero. L’edificio venne ricostruito nel 1656, ma la facciata, arricchita da tre sculture di Antonello e Domenico Gagini, non fu mai completata. L’interno, a tre navate, eseguito su progetto del Michele Blasco, conserva numerose opere, tra cui una scultura del Gagini (Antonello) e una statua raffigurante la Madonna della Catena, attribuita a Francesco Laurana.

Più importante è la Chiesa di Santa Maria delle Giummare in via Valverde, voluta da Giuditta e rifatta nel XVI secolo, dopo una prima erezione avvenuta nel 1103. All'interno si trova la Cappella della Madonna delle Grazie, realizzata nel Cinquecento. Da ammirare: il rilievo di San Gerolamo, un'acquasantiera che risale al Quattrocento, un Crocifisso, e una Vergine con Bambino, opera del Laurana disposta sull’Altare Maggiore. L’esterno è caratterizzato da due torri merlate, com’era nell’austero stile normanno.
La Chiesa di Santa Margherita è invece stata fatta erigere da Eleonora d'Aragona, moglie di Guglielmo Peralta, nel 1342. L'ingresso principale è in stile catalano, mentre il portale marmoreo che arricchisce il lato destro della facciata fu realizzato nel 1468 da Pietro de Bonitate. L'interno, a navata unica, è invece barocco; conserva stucchi policromati e affreschi seicenteschi del Ferraro, e sei grandi riquadri e medaglioni realizzati dal Portulani tra il 1529 e il 1530. Sull'altare si trova un organo ligneo del 1641, un'icona in marmo del Cinquecento, e, sempre del Cinquecento, una statua in legno opera di Frigia.

Tra le architetture civili di Sciacca, bisognerebbe prestare una visita al Castello dei Conti Luna. Del maniero fortificato eretto nel 1380, oggi rimangono le fondamenta della grande torre a pianta quadrangolare, le mura e la torre cilindrica. È rimasto ben poco invece del Palazzo del Conte, dalle cui finestre si può ammirare la vista sulla città. Di particolare pregio sono il Palazzo Manno, edificio settecentesco, residenza della nobile casata di origine fiorentine, trasformato nel secolo scorso in un albergo, e la Casa Museo Scaglione: che conserva tele e oggetti di inestimabile valore storico-culturale.
Curioso è invece il cosiddetto Castello Incantato. Una composizione di teste scavate e scalpellate nella roccia, opera dell’artista contadino Filippo Bentivegna, vissuto tra il 1888 e il 1967. Alcune di esse, che raffigurano personaggi famosi e non, si conservano presso il Museo dell'Art Brut di Losanna.

Il periodo migliore per visitare Sciacca, è forse quello in cui si festeggia il suo mitico Carnevale, considerato uno dei più popolari non solo di Sicilia, ma anche d’Italia.
Il primo a parlarne fu Giuseppe Pitrè nel suo “Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane”; si presume che la manifestazione abbia origini dalle celebrazioni in uso presso i Romani, che venivano organizzate in onore del dio Saturno. Con tutta probabilità però, la festa risale al 1616, quando il viceré Ossuna stabilì che l'ultimo giorno di festa ci si dovesse tutti vestire in maschera.
Agli anni Venti del Novecento si deve l’introduzione dei primi carri, sottoforma di una grande piattaforma addobbata, trascinata da buoi o cavalli. Oggi, le celebrazioni iniziano con le sfilate del sabato, e si protraggono fino al martedì della settimana antecedente l'inizio della Quaresima, con il tradizionale rogo del Carro di Peppe Nappa, maschera siciliana della commedia dell’arte, alla quale vengono consegnate le chiavi della città, il giorno del Giovedì Grasso.

A circa 26 miglia marine dalla costa di Sciacca, sorge un vulcano attivo, che nel 1831 eruttò formando quella che viene definita oggi come l’Isola Ferdinandea. Il primo ad approdare sull'isola, dopo alcuni primi tentativi falliti, fu l'ammiraglio britannico James Graham. Dopo alcune settimane, una delegazione di geologi e cartografi borbonici riuscì a mettere piede sull'isola e a tracciarne alcune mappe, battezzandola con il nome di Ferdinandea, in onore al re delle Due Sicilie. Ma l’isola s’inabissò cinque mesi dopo.
Nei pressi di Sciacca sorge inoltre l’Antiquarium, noto complesso termale, e il Santuario cinquecentesco dedicato a San Calogero, eretto sul monte omonimo.

Autore | Enrica Bartalotta