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Foto Licata Baia di Mollarella - Foto di Jonathan PorcelloLicata è un comune della provincia di Agrigento, posto nella parte occidentale del Golfo di Gela. Esso diede i natali al compositore e direttore d’orchestra Giuseppe Bellisario, e alla cantante folk Rosa Balistreri.

Le prime origini di Licata risalgono al periodo preistorico, forse proprio grazie alla sua strategica posizione, sita a metà tra la valle dell’Imera Meridionale e il monte Licata (o Eknomo). Il museo archeologico della Badia conserva importanti reperti di origine storica, dai ritrovati del V millennio a.C. a quelli dell’Età del Bronzo, fino ad arrivare a ritrovamenti in ceramica che hanno caratterizzato l’occupazione ellenistica e romana (I secolo a.C.), poi bizantina. Per i Greci, Licata era l’antica Olimpiada, ma fu solo con i Normanni che iniziò a prendere forma il suo toponimo moderno, derivante dal termine ‘Leocata’. Il documento più antico è stato infatti attribuito ad un’iscrizione dell’Altavilla, che la definisce con il toponimo di ‘Limpiadum’; mentre secondo un documento conservato presso la cattedrale di Agrigento, il centro era stato battezzato con il nome di Lecatum.

Sul significato del nome gli storici si sono dibattuti per diverso tempo; alcuni credono possa derivare dal greco Leucada, secondo altri invece, è stato originato dal saraceno al-Kalata, che significherebbe ‘rupe fortificata, rocca’. Ipotesi meno accreditate, ma più pittoresche, farebbero risalire l’origine del nome, ad Alì, signore del castello della città, o ancora ad ‘alikis’ (salsedine), che nell'idioma musulmano starebbe a indicare che la città sorgeva presso il mare; alcuni ancora credono derivasse da ‘alica’, un cereale simile al frumento, che abbondava spontaneo nella zona, o dal termine ‘alga’, dalle praterie di Posidonia oceanica che ne affollano i fondali. Altri sembrano supporre invece che il nome del borgo potesse risalire a Lica, personaggio della mitologia greca, madre di Dafne, probabilmente adorata come divinità nella zona occupata dal territorio dell’antico insediamento greco; altri ancora, presumono semplicemente che ‘Licata’ derivi da Halycon, il nome greco del fiume Salso, oppure da ‘leon’ (leone) e ‘cata’ (presso), in riferimento al leone in pietra ritrovato a 9 chilometri dalla città, e che secondo il Serrovira fu distrutto nel XV secolo. Infine, il termine Alicata sembrerebbe originare dall'accusativo del nome greco Halykada, volto a significare ‘città posta sul Salso’.

I territori dell’attuale città di Licata sono stati interessati da importanti fenomeni storici; durante il periodo cartaginese, venne combattuta infatti, nelle sue acque, la cosiddetta Battaglia dell’Imera, che costò il regno ad Agatocle. Nel 256 a.C., un’altra operazione militare interessò la zona, la cosiddetta ‘battaglia navale di Capo Ecnomo’, all’interno del contesto bellico della Prima Guerra Punica. In tempi più recenti, le coste di Licata furono teatro del noto sbarco degli Alleati, durante la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Oggi, sul territorio della città si ergono diversi monumenti e luoghi di interesse, a conferma della sua storia, curiosa e travagliata, ma soprattutto antica; prime fra tutte le testimonianze delle origini del borgo, attraverso il cosiddetto ipogeo Stagnone Pontillo, la necropoli a grotticella posta ai piedi di monte Petrulla, la Grangela, opera idraulica risalente al periodo pre-ellenico, e i ritrovamenti di insediamenti successivi, come il phrourion di Falaride, avamposto militare della tirannia di Agrigento, e i resti di un antico insediamento greco-romano sorto presso monte Sant’Angelo.

Importanti anche le impronte lasciate da altre civiltà, in periodi successivi: gli Arabi sono ad esempio i responsabili della configurazione del quartiere della Marina, mentre è invece risalente al Duecento la prima chiesa matrice dedicata a Santa Maria La Vetere. Agli aragonesi, è invece stato attribuito il castello, importante luogo di avvistamento della fine del XVI secolo. Del Settecento sono invece i corsi del centro e gli impianti di alcuni edifici della città, come la chiesa di Sant’Agostino, in stile rococò, e Palazzo di Città, tipica espressione del liberty siciliano, realizzato su progetto di Ernesto Basile. Diversi sono infatti gli edifici, religiosi e civili, risalenti al periodo del Barocco: come la chiesa di San Francesco, quella di Sant'Antonio Abate in cattedra e di San Domenico, che custodisce due preziose opere di Filippo Paladini, oltre a Palazzo Bosio e ai palazzi Frangipane, e le numerose ville nobiliari, che hanno arricchito il profilo della collina su cui sorge la città.
Nell’area di Licata sorge anche l’importante Osservatorio Avifaunistico della Foce del Salso.

Autore | Enrica Bartalotta

Foto Licata Baia di Mollarella – Foto di Jonathan Porcello