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Alvaro Vitali e il successo ormai lontano. "Il mio telefono smise di squillare nel 1983, esattamente dopo che avevo girato uno dei miei maggiori successi: il film Paulo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento. Ecco, il mio cono d'ombra mi avvolse il giorno stesso in cui quel film uscì nelle sale", dice l'attore romano.

Noto soprattutto per le pellicole di "Pierino", l'artista 68enne ha vissuto più di una difficoltà: "Quando il mondo del cinema ha smesso improvvisante di chiamarmi ricordo che andavo spesso ad alzare la cornetta per vedere se il telefono funzionava. Quando entrai nel cono d'ombra della mia carriera, non mi bastò essere stato l'attore portafortuna di Fellini. Non mi bastò nemmeno avere fatto ridere milioni di italiani nei panni di Pierino. All'improvviso mi ritrovai fermo, senza nulla da fare. Stare con le mani in mano e senza un copione da leggere, senza una proposta da valutare, mi esasperò. Andai di persona dal mio agente: gli chiesi di spronare i registi, i produttori, gli dissi che mi sarei reso disponibile a fare anche piccoli ruoli, ma non servì a nulla. Non c'era più nulla per me e io non riuscivo a farmene una ragione. Tornai a casa, chiusi la porta dietro le mie spalle: per due anni non uscii e non volli vedere nessuno".

Il suo primo matrimonio è naufragato, ma ha trovato un nuovo amore, Stefania Corona: "Sono in pensione dal 2012 e prendo poco più di 1.000 euro al mese. Dovrei prendere di più perché ho girato oltre 150 film, ma di almeno 30 non mi hanno mai versato i contributi. Non fa niente, va bene così. Mi bastano per sopravvivere. Mio figlio l'anno scorso mi ha reso nonno e cerco di vedere mio nipote appena posso. Nel frattempo, per arrotondare, insieme a mia moglie porto in giro per l'Italia le scenette di cabaret che abbiamo scritto quando ci siamo fidanzati, prima che io le chiedessi di diventare mia moglie".