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I nuovi poveri in Italia sono i giovani. Anzi, ai centri del sud si recano più italiani che stranieri. È quanto rivela il Rapporto 2016 della Caritas su povertà ed esclusione sociale. Partendo dagli ultimi dati Istat, che segnalano l'esistenza in Italia di 1 milione e 582 mila famiglie povere per un totale di quasi 4,6 milioni di individui – il numero più alto dal 2005 – il dossier mette in luce l'elemento inedito dell'avanzata dei giovani poveri: 10,2% l'incidenza della povertà assoluta tra i 18-34enni, che cala all'8,1% per la fascia 35-44 e così via diminuendo fino al 4% degli over 65.

Un'altra novità è l'inversione di tendenza tra italiani e stranieri che si rivolgono ai 1.649 centri Caritas del Meridione. Se infatti a livello nazionale il peso degli stranieri che chiedono aiuto continua a essere maggioritario (57,2%), nel Mezzogiorno gli italiani hanno fatto il sorpasso e sono al 66,6%. Sostanziale parità tra uomini (49,9%) e donne (50,1%). L'età media è 44 anni. Tra i beneficiari dell'aiuto prevalgono le persone coniugate (47,8%), il titolo di studio più diffuso è la licenza media inferiore (41,4%). I disoccupati e inoccupati insieme rappresentano il 60,8% del totale.

I bisogni più frequenti sono soprattutto di ordine materiale. Spiccano i casi di povertà economica (76,9%) e di disagio occupazionale (57,2%); non marginali i problemi abitativi (25%) e familiari (13%) e sono frequenti le situazioni in cui si cumulano due o più ambiti problematici.