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Castelbuono da scoprire: la Fontana della Venere Ciprea.

  • Nel cuore dello splendido borgo delle Madonie si trova una fontana molto particolare.
  • Chiunque abbia visitato almeno una volta la cittadina, non ha potuto fare a meno di fermarsi per una foto di rito, ammirandone la particolarità.
  • Scopriamo insieme la sua storia e i suoi segreti.

Aria buona, ottima cucina, piccoli tesori dell’architettura: a Castelbuono non manca davvero nulla. Il paesino delle Madonie ha saputo conquistare un posto di rilievo nell’offerta turistica della Sicilia, riuscendo a coniugare tradizione e modernità. Raggiungerlo è davvero facile e si trova in una posizione strategica, a due passi da Palermo e da Cefalù. Perfetto per una gita alla ricerca di aria buona, offre vere e proprie chicche, come la Fontana della Venere Ciprea. Camminando lungo il suo centro storico, poco prima della piazza principale, ci si imbatte in questa fontana a prospetto verticale, che tutti conoscono “I Quattru cannola” (in riferimento ai quattro cannelli dai quali sgorga l’acqua). Risale al XV secolo e faceva parte di un molteplice sistema di fontane, nel belvedere della famiglia feudale dei Ventimiglia. Il giardino rinascimentale era inserito nel complesso comprendente anche la dimora dei Ventimiglia vicino al monastero dei francescani e della cappella di famiglia, dedicata a Sant’Antonio, meglio conosciuta come Mausoleo dei Ventimiglia.

Le statue della fontana

È formata dai resti di due fontane precedenti, risalenti al 1587. Completata nel 1614 presenta, sulla parte alta, la statua di Andromeda legata a uno scoglio pronta per essere divorata dal mostro marino (o, secondo alcuni, Afrodite accovacciata), di fattura molto antica, probabilmente proveniente da Ypsigro. Al centro, in una nicchia di impronta classica, stanno Venere e Cupido che si asciugano, mentre in basso vi sono delle metope a bassorilievo di provenienza greca, con la leggenda istoriata di Diana al bagno e del cacciatore Atteone, trasformato in cane per l’indiscrezione usata verso la ninfa. Le statue furono rivenute durante il rivoltamento del terreno del giardino ventimigliano; una lapide ricorda il ritrovamento.

Foto: Siciliafan.it©

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