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Giuseppe Errante pittore trapanese dalla vita straordinaria.

  • Fu uno dei protagonisti dello stile neoclassico, ma anche un personaggio dalla vita interessante.
  • Viene ricordato come abile artista ma anche come massone, amante delle belle donne e abile maestro di scherma.
  • Scopriamo insieme le sue avventurose vicende che, dalla Sicilia, lo portarono a Milano, Roma e Napoli.

La storia della Sicilia è stata scritta da infiniti personaggi, alcuni dei quali hanno dovuto allontanarsi dall’Isola, spostandosi da una città all’altra. Il nome di Giuseppe Errante non è tra i più conosciuti, eppure dovrebbe. Questo pittore trapanese ha prodotto opere notevoli e fu uno dei protagonisti dello stile neoclassico. Scopriamo insieme cosa rende la sua figura così affascinante.

Le opere di Errante

Dalla sua prima biografia, scritta dal Cancellieri nel 1824, sono emerse molte notizie, ma allo stato attuale non vi sono elementi per definire il corpus completo delle sue opere. In gran parte sono tuttora irreperibili. I dipinti superstiti sono conservati nel palazzo municipale e nel Museo regionale Pepoli di Trapani (come Orfeo ed Euridice, Il Tempo e le belle arti, la Natura morta con fucili e pistole e la celebre Morte di Antigone). A Catania ci sono un bozzetto raffigurante il Vescovo Leone con il mago Eliodoro (nella Cattedrale), un Ritratto di Caronda (nel salone dell’Università) e una Psiche nella collezione Zappalà Gemelli. Altre opere sono in collezioni private. La sua opera principale è l’affresco della cupola delle anime del purgatorio nella chiesa Santa Maria dell’Orazione e Morte a Civitavecchia (1788). Considerevoli sono l’affresco Nozze di Cupido con Psiche nel Palazzo Altieri, a Roma.

La vita di Giuseppe Errante

Giuseppe Errante era figlio di un calzolaio e già da bambino aveva mostrato l’amore per la pittura. Fu mandato a scuola nella bottega di padre Fedele da San Biagio e poi in quella di Gioacchino Martorana. Quest’ultimo era spadaccino e libertino. Dalla Sicilia, Errante si spostò a Roma e Civitavecchia: affrescò la cupola della chiesa dell’Orazione e Morte e anche palazzo Altieri. Sposò, obbligato dai parenti, Giuseppina Vultaggio, una ragazza che aveva compromesso a Trapani.

Re Ferdinando IV lo chiamò a Napoli e Gioacchino Murat lo chiamò per dipingere alla Reggia di Caserta. Ottenne, nel 1791, l’istituzione di una scuola pittorica a Trapani, ma dovette fuggire per le repressioni anti-giacobine. Si imbarcò, ma venne derubato e gettato in mare. Salvatosi raggiungendo a nuoto la costa, a questo punto fuggirà con il falso nome di Giuseppe Pellegrino, “maestro di spada e dilettante di antiquaria pittorica”. Nel 1795 fu a Milano, dove continuò a dipingere: divenne un ritrattista molto ricercato. Dopo la restaurazione fuggì a Roma. Morì nel 1821, all’età di 61 anni. Per conoscere in modo più approfondito le vicende di Giuseppe Errante, potete consultare il libro scritto dal professor Giuseppe Valenti, che ha dedicato approfonditi studi al pittore siciliano: lo trovate qui.

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