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Tutti conoscono il Santuario di Santa Rosalia, ma pochi sanno che il Monte Pellegrino di Palermo custodisce anche il Gorgo di Santa Rosalia. Si tratta un piccolo paradiso ricco di specie diverse, un’oasi di biodiversità nascosta sulla famosa montagna tanto amata dai palermitani.

Poco distante dal santuario troviamo questo specchio d’acqua, che ospita alcune specie di interesse comunitario. Qui, infatti, abitano e si riproducono, ad esempio, due tipi di anfibi unici degli ambienti acquatici siciliani: il Rospo Smeraldino e il Discoglosso dipinto, ma vi sono anche tanti insetti acquatici. Le specie convivono pacificamente, senza che l’una prenda il sopravvento sull’altra.

L’importanza naturalistica del Gorgo di Santa Rosalia è nota da tempo. Nel 1959 il ricercatore angloamericano George Evelyn Hutchinson arrivò a Palermo dall’Università di Yale, cercando e trovando alcuni rari insetti acquatici. Le scoperte fatte su Monte Pellegrino lo colpirono al punto da proporre la proclamazione di Santa Rosalia a patrona degli studi di biologia evoluzionistica.

Il gorgo è un piccolo stagno, del diametro di circa 20 metri. Di norma, è alimentato dalle piogge autunnali, prosciugandosi nella stagione più calda.

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