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Un intero villaggio comprato per appena 140.000 euro. C'è da dire che la crisi economica di fatto lo aveva spopolato, ma di sicuro quell'unico compratore ha portato a compimento un affare sui generis. Siamo ad Alwine, borgo in rovina del Brandeburgo a 120 km da Berlino. Era stato condannato alla decadenza dalla chiusura della vicina fabbrica di blocchi di carbone che ne alimentava l'economia e che, fino alla riunificazione della Germania nel 1990, era proprietaria del villaggio stesso.

Quando nel 1991 l'impianto cessò l'attività, cominciò un esodo massiccio che portò molti residenti a cercare lavoro altrove, tanto che nel 2000 il borgo fu venduto a investitori privati per la cifra simbolica di un marco. Un acquisto che non frenò assolutamente la deriva: oggi le case fatiscenti di Alwine sono abitate solo da una ventina di persone, quasi tutte pensionate, che lamentano lo stato di abbandono da parte delle autorità.

L'unica speranza di salvare quello che sembra ormai un villaggio fantasma è nelle mani dell'acquirente, che per il momento è anonimo. Andreas Claus, sindaco del distretto di cui Alwine fa parte, ha intenzione di incontrarlo: "Chi vive nel villaggio non ha prospettive. Vediamo se si riesce a sviluppare qualcosa in collaborazione con gli abitanti, e non contro di loro", ha detto Claus.