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La Torre di Manfria, che sovrasta il golfo di Gela, porta con sé una suggestiva storia. È quel che rimane di una delle Torri Costiere della Sicilia, che avevano funzione di avvistamento e difesa. La leggenda della Torre di Manfria parla di amore e di morte ed è antica quanto la sua storia, che risale alla metà del 1500.

Protagonista della leggenda è Manfrino, gigante buono e sfortunato, a guardia di un tesoro nascosto. Egli aveva una sorella giovane e bella che, per riservatezza, non usciva mai dalla sua terra. Nessuno conosceva il suo nome e la chiamavano “la bella Castellana“.

Annesso alla Torre di Manfria v’era un grande terreno che arrivava nei pressi del castello di Falconara, con alberi, piante, fiori e ruscelli. Proprio i fiori erano stati coltivati per la gioia della sorella.

Manfrino non stava mai fermo e andava in giro a cavallo. Un giorno vide in lontananza la figura di una bellissima donna bionda, vestita con eleganza e che si muoveva con grazia. Le andò incontro per conoscerla ma, non appena si avvicinò, ella scomparve.

La Castellana, vedendo il fratello struggersi d’amore, organizzò una grande festa, di modo che tornasse. Alla festa arrivarono tanti nobili, inclusa la donna misteriosa. Molti di quelli che arrivarono, però, miravano alle ricchezze di Manfrino, costodite nella Torre. Così un gruppo di nobili complottò contro il gigante e, sprangata la porta d’accesso, uccise tutti gli invitati. Per ultima, la Castellana.

“Uccisero il Manfrino, il Gigante buono – dice la leggenda – ma non poterono uccidere il suo ricordo e quelle grida d’aiuto che ancora oggi nelle notti serene, nella quiete silente del sito, ad orecchie attente non possono sfuggire”.

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