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La crisi potrebbe dare il colpo di grazia all'artigianato: a lanciare l'allarme è la Cgia di Mestre, che mette in guardia sulla scomparsa di mestieri come barbiere, pellicciaio, corniciaio o impagliatore. In aumento, invece parrucchierie, centri estetica, gelaterie, rosticcerie, ambulanti del cibo di strada e imprese di pulizia e di giardinaggio. 

Il numero delle imprese artigiane in Italia è crollato dal 2009 di 116.000 unità e, a livello territoriale, sono le regioni del Sud a patire le maggiori difficoltà: Sardegna (-14,1%), Abruzzo (-12) Basilicata e Sicilia (entrambe con -11,1) hanno subito le contrazioni più importanti.

L'analisi della Cgia include anche la graduatoria dei mestieri artigiani che hanno sofferto di più la crisi: tra il 2009 e il 2015 le professioni che hanno subito la riduzione del numero di iscritti più importante sono stati i piccoli armatori (-35,5%), i magliai (-33,1), i riparatori audio/video (-29,4), i lustrini di mobili (-28,6), i produttori di poltrone e divani (-28,4), i pellicciai (-26), i corniciai (-25,7), gli impagliatori (-25,2), i produttori di sedie (-25,1), i camionisti (-23,7) e i falegnami (-23,2).

Barbieri, calzolai, fabbri, fotografi, ottici e corniciai sono a rischio estinzione.