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Un delitto tremendo: ieri a Pontelangorino, frazione di Ferrara in Emilia Romagna, sono stati trovati morti i ristoratori Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni, rispettivamente di 59 e 45 anni. Dopo poche ore si è arrivati a una svolta: fermati il figlio 16enne Riccardo e un suo amico. Come ricostruisce il "Corriere della Sera", le vittime avevano il cranio fracassato e un sacchetto di plastica infilato sulla testa. Lui era in garage e lei in cucina. A trovare i cadaveri e a dare l’allarme proprio il figlio con una telefonata concitata.

Nel pomeriggio di ieri erano stati ascoltati amici e conoscenti del 16enne, che lunedì sera aveva dormito da un amico e anche martedì a pranzo si era fermato dallo stesso amico, prima di rientrare a casa e trovare i cadaveri dei genitori. Gli inquirenti hanno prima di tutto ascoltato il figlio, che martedì mattina non si era presentato a scuola: ha detto di aver passato la notte e la mattinata in compagnia di un amico che è stato a sua volta sentito e che ha confermato la ricostruzione dei fatti. Le indagini hanno in seguito puntato a ricostruire cosa abbia fatto il figlio nel periodo che va dalle 5 del mattino alle 13 di martedì. E lì si sarebbero aperte contraddizioni nella ricostruzione iniziale.

Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni avevano due figli. Il più piccolo, di 16 anni, è quello che ha ritrovato i loro corpi, mentre l'altro ha 25 anni e vive a Torino. I carabinieri intervenuti sul posto hanno prima di tutto esaminato la scena del delitto: la casa è stata trovata in ordine e non c’erano oggetti o soldi che mancavano. Non sono stati notati segni di scasso su porte o finestre, dunque chi ha ucciso la coppia è entrato in casa senza problemi. L’arma del delitto è un corpo contendente, una pietra o comunque un oggetto pesante, che però non è stato trovato.