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A 100 anni dalla nascita di Mike Bongiorno, arriva la serie Rai dedicata al presentatore scomparso l’8 settembre 2009 e, a vestirne i panni, sarà l’attore palermitano Claudio Gioè. Quello che tutti non sanno, è che il celebre conduttore aveva origini siciliane: ecco la sua storia.

Michael Bongiorno nacque a New York il 26 maggio 1924, dalla torinese Enrica Carello (1894-1991) e dall’italo-statunitense Philip Bongiorno (1890-1971). Il nonno paterno, Michelangelo Bongiorno (dal quale ha preso il nome) era emigrato da Campofelice di Fitalia, al tempo frazione di Mezzojuso, dove aveva una bottega. Le origini siciliane sono dunque da parte del padre, che fu un noto avvocato che intraprese anche una positiva carriera politica, arrivando a diventare presidente dell’associazione italo-statunitense Sons of Italy in America (Figli d’Italia in America) e a candidarsi a sindaco di New York.

Ancora bambino, Mickey, come era chiamato allora, a seguito della separazione dei genitori e della crisi del 1929, andò a vivere in Italia, a Torino, con la madre, a casa degli zii Giuseppina Carello, sorella della madre, e Nicolò Oneto di San Lorenzo, generale di origini nobili amatissimo da Mike, che in onore dello zio acquisito chiamerà Nicolò il suo secondogenito.

La vita di Mike Bongiorno

La vita del conduttore potrebbe benissimo essere ispirazione per un avvincente romanzo. Fin da giovane esternò la sua personalità estroversa e la volontà di diventare giornalista: grande appassionato di sport (fu sempre nota la sua passione per il calcio e per la Juventus), cominciò presto a lavorare per le pagine sportive di La Stampa come “galoppino”.

Nel corso della seconda guerra mondiale, Mike Bongiorno fu costretto a rifugiarsi sulle Alpi. Entrò a far parte dei gruppi partigiani e, grazie alla sua conoscenza della lingua inglese, venne impiegato in una “staffetta” fra i partigiani italiani e gli Alleati nel Paese elvetico.

Mike Bongiorno a "La Ruota della fortuna" nel 1996
Mike Bongiorno a “La Ruota della fortuna” nel 1996

Venne catturato in provincia di Novara dalla Gestapo nel 1944 e fu messo a muro con altri partigiani per essere fucilato, ma si salvò perché i tedeschi trovarono il suo passaporto statunitense che aveva buttato poco prima dentro un pacchetto. Portato come prigioniero a San Vittore, rimase rinchiuso per 7 mesi, di cui 2 di isolamento. Mike Bongiorno venne poi trasferito nel Campo di transito di Bolzano dove fu torturato dal boia di Bolzano Michael Seifert e rimase in Germania in vari campi di detenzione fino al febbraio 1945, quando fu liberato grazie a uno scambio di prigionieri di guerra tra Stati Uniti e Germania.

Dopo aver ripreso la gavetta da giornalista in America, tornò in Italia nel 1952. Fu il primo nel nostro Paese a intervistare il presidente degli Stati Uniti d’America Dwight D. Eisenhower. Da lì in poi, fu protagonista di una carriera sfavillante, diventando uno dei presentatori televisivi più popolari e amati.

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