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Ha raccontato al sacerdote che il suo figlioletto di sei anni era morto per un male incurabile, ma aveva inventato tutto al solo scopo di accaparrarsi i soldi raccolti con una colletta solidale. Protagonista della vicenda, una donna di origini genovesi che vive in Puglia. Per mesi ha informato il parroco sulla patologia del piccolo, poi ha inventato il decesso per ottenere il denaro necessario per il funerale. Ha raggranellato la somma di circa 700 euro, ma il bimbo era vivo.

La truffa è stata scoperta perché il padre del piccolo, di nazionalità marocchina e all'oscuro di tutto, si è presentato per una pratica in Comune e il personale dell'ufficio è rimasto colpito dal nome, simile a quello del bimbo di cui il parroco aveva parlato in chiesa, invitando i fedeli a donare. L'uomo, tra l'altro, era proprio insieme al figlio.

"Ci siamo trovati di fronte a una storia strana – ha spiegato Maria Grazia Sodero, assessore comunale di Nardò – che sarebbe stata comica se non fosse stata così macabra. Da madre onestamente non mi spiego come quella donna abbia potuto assistere alla preparazione della chiesa per il finto funerale del figlio". Il parroco adesso dovrebbe sporgere denuncia, perché il reato di truffa è stato solo tentato e non consumato e quindi non è procedibile d'ufficio. Il sacerdote era riuscito a raccogliere una generosa somma di denaro ma non l'aveva consegnata ancora alla madre del bambino.