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Il Palazzo Drago Airoldi di Santa Colomba si trova nel cuore del centro storico di Palermo, in corso Vittorio Emanuele. Siamo proprio nell’asse tra i Quattro Canti e la Cattedrale di Palermo, in un contesto architettonico indubbiamente ricco di fascino.

Si tratta di una delle dimore settecentesche più interessanti della città, che custodisce al suo interno pregevoli opere d’arte e storiche stratificazioni.

Non si conoscono la data esatta di edificazione, né il nome dell’autore o della famiglia committente. L’area che esso occupa è stata oggetto d’innumerevoli edificazioni protrattesi sin dall’età fenicia.

Dal 1714 il palazzo è appartenuto a Casimiro Drago, presidente del Concistoro, e nel XIX secolo quando divenne di proprietà dei marchesi Airoldi di Santa Colomba, venne nuovamente riformulato, secondo i gusti artistici più in voga del tempo, passando dal barocco a un gusto eclettico-classicheggiante.

I preziosi interni di Palazzo Drago

Ammirando gli interni, ci si lascia trasportare dalla magnificenza dei saloni, distribuiti ad enfilade, dagli splendidi affreschi e dagli arredi, che raccontano gli usi e i costumi della nobiltà siciliana.

Palazzo Drago custodisce opere di Olivio Sozzi, tra i più noti artisti della città, che ha fatto propria la lezione del classicismo romano, cimentandosi anche in un’eccezionale opera dal gusto profano, in cui ha raffigurato Zeus che dona a Hermes una mela d’oro destinata a Paride.

In un altro salone sono presenti tre dipinti di Francesco Lojacono, il pittore che esplorò la natura e i paesaggi della Sicilia con le sue opere. Ancora, in un’altra sala è protagonista il liberty di Ettore De Maria Bergler: nella volta, tra mezze lune dai toni caldi, sono raffigurati cantori, giovani donne e fanciulli.

I restauri

Il progetto di restauro della facciata su corso Vittorio Emanuele come pure di quelli sulla corte interna, datato al 1872, è di Giovanni Battista Filippo Basile. Questi stravolse l’originario carattere barocco dell’edificio per intonarlo al gusto eclettico-classicheggiante allora in voga.

Il carattere neo-cinquecentesco e neo-pompeiano degli affreschi dei saloni prospicienti su corso Vittorio Emanuele rende probabile la loro realizzazione coeva a quella del rifacimento dei prospetti; è invece d’intonazione art nouveau la pergola in ferro battuto esterna.

Palazzo Drago è come un interessante libro da sfogliare. Sulle sue pagine vi sono tanti protagonisti, che vivono tra decori baroccheggianti, immersi nell’intensità dei colori della seconda metà dell’Ottocento, in una Palermo felicissima che tanti viaggiatori hanno ammirato.

 

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